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Truffa all’Inps denunciati commercialista, imprenditore e falso bracciante

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Siracusa, d’intesa con il Direttore Territoriale del Lavoro, a conclusione di articolate indagini per il contrasto alle truffe in danno di enti previdenziali, deferivano in stato di libertà alla Procura della Repubblica del Tribunale di Siracusa siracusana, un imprenditore agricolo, un consulente del lavoro/commercialista ed un falso bracciante agricolo.
L’indagine documentava una truffa aggravata perpetrata in danno dello Stato, posta in essere dal titolare di una impresa agricola in concorso con il proprio commercialista ed un falso bracciante agricolo. L’attività era resa possibile grazie alla collaborazione dell’INPS Regionale di Palermo, che coi propri sistemi informatici permetteva di far emergere le incongruenze che hanno innescato la serie di controlli. In particolare il titolare dell’azienda agricola, dietro compenso da parte dell’operaio agricolo a tempo determinato, presentava, attraverso il consulente del lavoro, dichiarazioni fraudolente che consentivano al falso bracciante, per quattro anni consecutivi, l’ottenimento di prestazioni a sostegno del reddito erogate dall’INPS, nonché di maturare il diritto al trattamento pensionistico, grazie agli anni di contributi accreditati illecitamente.
La truffa accertata ammonta ad euro 40.000,00 circa, che l’INPS sta già recuperando attraverso gli addebiti sul trattamento pensionistico, che è stato anche ridimensionato per l’annullamento dei 4 anni di indebita anzianità contributiva.
L’attività investigativa si sviluppava attraverso l’attiva sinergia fra i Militari appartenenti alla Linea Specializzata e  quelli della Linea Territoriale dell’Arma, che cristallizzava tutti i riscontri utili a documentare l’inesistenza del rapporto di lavoro con l’individuazione delle false dichiarazioni trimestrali D-MAG, modulo telematico da presentare all’INPS con cui venivano indicate le giornate lavorative in agricoltura mai prestate dal lavoratore, nonché le retribuzioni che il datore di lavoro dichiarava di avere corrisposto, quindi la truffa.

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