AttualitàPrimo Piano

Interdittiva antimafia confermata per un’azienda zootecnica

Il Cga ha respinto l’appello proposto da un’azienda zootecnica della provincia di Siracusa, contro l’informazione interdittiva antimafia, adottata dal prefetto di Siracusa il 10 luglio 2019.La società in questione gestisce un allevamento di circa 150 bovini per produzione di carne. Per il pascolo dei propri animali la società ha avuto in concessione dal Demanio forestale della Regione siciliana per sette anni un lotto di terreno per un totale di 201 ettari.

Con l’appello i legali dell’azienda sostengono che il Tar abbia commesso degli errori, contenuti nelle relazioni stilate dal Comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Siracusa. Nella relazione del 17 luglio 2018 si afferma che il cognato e zio dell’azienda, avrebbe riportato negli anni 2001-2010 condanne per reati di furto, pascolo abusivo, introduzioni di animali nel fondo altrui, truffa. Circostanza smentita dal certificato penale.

Il Cga, nel respingere l’appello, sostiene che “il provvedimento prefettizio impugnato si inquadra in una più ampia attività di investigazione che punta a portare alla luce un fenomeno complesso e grave che viene usualmente definito “mafia dei pascoli”.

I provvedimenti disegnano un contesto di illegalità fortemente riconducibile alla gestione di società, operanti nel settore agro pastorale e zootecnico, assai sensibile agli appetiti criminali di soggetti riconducibili alla consorteria mafiosa che aspirano all’accaparramento dei fondi pubblici destinati agli allevatori.

In tale contesto vanno letti gli elementi indizianti riferibili direttamente alla figura del fondatore della società, unitamente alla moglie, e padre dell’odierno socio subentratogli nella titolarità delle quote. A causa di tale contesto assumono valore indiziante i rapporti tra parenti che, avulsi da ogni altro elemento per giurisprudenza di questo Consiglio non avrebbero alcun rilievo.

Contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, “non si tratta di fatti che risalgono ad epoche lontane (la sentenza che dichiara la prescrizione è del maggio 2016), ma di fatti e frequentazioni che nel loro insieme, proprio perché si ripetono nel tempo, comprovano una situazione fattuale che rende giustificata la prognosi sfavorevole operata dal Prefetto di Siracusa.

Nonostante il cambio proprietario delle quote, la società ha continuato ad operare nello stesso ambito e con le stesse modalità, come si desume dalle concessioni annuali dei terreni agricoli demaniali che si ripetono senza soluzione di continuità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *