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Augusta, commemorati i migranti morti nel naufragio del 18 aprile del 2015

Si è conclusa la cerimonia di commemorazione dei migranti morti nel naufragio del 18 aprile del 2015, il barcone affondato al largo della Libia con circa 700 migranti e che qualche mese fa è stato recuperato e trasferito al pontile Nato della Marina militare di Augusta.

L’iniziativa, ricadente nella Giornata della memoria e dell’accoglienza, è stata promossa dal neo “Comitato 18 aprile” di Augusta su iniziativa dei parroci della chiesa di Augusta della Cgil, di Legambiente e di tante persone, che credono nel valore della solidarietà e dell’accoglienza. “Questo comitato, che ha già chiesto formalmente al Governo centrale di potere avere l’intero relitto o una sua parte – ha detto la portavoce Cettina Saraceno – intende inizialmente realizzare un “Giardino della Memoria” all’interno della chiesa di Monte Tauro di Augusta in memoria di tutte le vittime del mare. L’occasione della commemorazione dei morti – ha concluso – non vuole essere fine a se stessa, ma un inizio da cui partire, uno stimolo per parlare anche dei vivi, di chi ce la fa a superare le traversate e ha bisogno di essere aiutato. E per questo vogliamo anche sostenere, alimentare e promuovere la cultura dell’accoglienza e della solidarietà che gli abitanti di Augusta hanno già dimostrato”.

Tra gli intervenuti il sindaco Cettina Di Pietro, che ha ricordato come il fenomeno migranti non è più una emergenza, ma un fenomeno che necessita di strutture adeguate per l’accoglienza, visto che ad oggi ad Augusta i migranti sono accolti nelle tende. Erano presenti alla cerimonia di commemorazione il capo servizio operativo della Capitaneria di porto Alberto Boellis, don Luigi Corciulo, direttore dell’ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Siracusa, Luigi Salomone responsabile del Gruppo comunale di Protezione civile di Augusta, padre Angelo Saraceno, direttore dell’ Ufficio diocesano per la pastorale del lavoro e padre Carlo D’Antoni, della parrocchia di Bosco Minniti di Siracusa. Che ha portato anche l’esperienza di alcuni suoi ragazzi, tra il giovane migrante gambiano Yorondao, che ha detto: “Questa è una giornata molto importante perchè si parla della memoria. Io sono arrivato ad Augusta il 16 febbraio 2015 e ora vivo a Siracusa, oggi posso dire che non sono più il numero “142” ma Yorondao. Si parla ma non si risolvono mai questi problemi, bisogna lasciare tracce e non cicatrici”. Hanno assisto alla cerimonia tanti fedeli con i parroci di Augusta e l’arciprete don Palmiro Prisutto, docenti del primo istituto comprensivo “Principe Di Napoli”, del secondo istituto “Orso Mario Corbino” insieme alla dirigente, del quarto istituto Domenico Costa, Libera, Stella maris, i volontari, il Comitato del welfare, rappresentanti delle forze dell’Ordine, esponenti locali e provinciali della Cgil, l’associazione “Unitevi a noi”, ma anche diverse famiglie augustane, che da tempo hanno scelto di avere in affido ragazzi minorenni arrivati ad Augusta con i barconi. “Questa preghiera di oggi – ha concluso padre Giuseppe Mazzotta – è per i 700 morti del naufragio del 2015, e’ come se facessimo un funerale a queste vittime del mare, ma anche a tutti i morti e a quanti ancora purtroppo arriveranno”.

Francesco Giordano

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