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Autorità portuale: ad Augusta la sede a Catania lo sviluppo

Lo scenario disegnato dal governo nazionale sulle funzioni alle nuove Autorità di Sistema Portuali, rischia di creare l’ennesimo groviglio all’italiana e aumentare il contenzioso campanilistico. Volendo rimanere a casa nostra, possiamo benissimo affermare che non ha vinto nessuno; tutti rimarranno alla fine dentro la propria storica attività portuale economica e di sviluppo, nella stessa identica attuale condizione, con la giusta ambizione di aumentare il traffico delle merci. Augusta così, di fatto, diventa una succursale del Ministero delle Infrastrutture e non potrà alla fine sviluppare il proprio porto senza passare attraverso il controllo diretto del potere romano e dell’Europa, riguardo allo sviluppo economico delle attività: Augusta rimarrà il secondo porto petrolifero, con la speranza di una piattaforma per i containers e la corona di Porto Core, e Catania continuerà a sviluppare, come ha sempre ben fatto, il trasporto di merci alla rinfusa, cioè, solide, e chiederà nuovi investimenti perché proverà ad aver la necessità di svilupparsi con altre necessarie infrastrutture. Ironia della sorte, chi dovrà garantirgli lo sviluppo sarà l’Autorità di Sistema del mare di Sicilia Orientale, che ha la sede ad Augusta.

Così come per tutti i porti di rilevanza nazionale, Catania inclusa, con il ruolo politico strategico d’indirizzo e di programmazione, oltre al coordinamento collegiale tra tutti i rappresentanti nominati, ovviamente dalla politica, nell’Autorità di Sistema dei porti della propria Area di riferimento, la sede di Augusta nel nostro caso, per l’attrazione degli investimenti sui diversi scali, e il raccordo delle amministrazioni pubbliche, e la stretta relazione con il Ministero delle infrastrutture, in particolare per i Piani Regolatori di Sistema Portuale e i programmi infrastrutturali, con contributi nazionali e comunitari. Una sorta di agenzia “sbriga-faccende” tecnica politica al servizio di tutte le realtà portuali della Sicilia Orientale, ad esclusione di Messina, Milazzo e Tremestieri che sono stati assegnati alla sede dell’Autorità di Sistema dello Stretto. Insomma, alla fine tutto questo gran fracasso per aver messo insieme solamente Augusta e Catania, esclusi Siracusa e Pozzallo che rientrano nell’applicazione del Decreto dove prevede che “alle nuove Autorità di sistema portuale faranno riferimento cinquantaquattro porti di rilevanza nazionale, e che Regioni possono chiedere l’inserimento nelle Autorità di Sistema di ulteriori porti di rilevanza regionale”. Tutti contenti e gabbati.

Concetto Alota       

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