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Avola, l’omicidio dell’infermiera: Lanteri: “Chiedo perdono”

“Chiedo scusa a tutti per il gesto che ho commesso anche se so che mai potrò essere perdonato”. Giuseppe Lanteri, il 19enne avolese finito in carcere lo scorso anno per avere ucciso a coltellate l’infermiera Loredana Lopiano, la mattina del 27 settembre 2018, ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee al gup del tribunale, Carmen Scapellato, davanti al quale si sta celebrando il processo con il rito abbreviato. L’udienza di ieri era imperniata tutta sull’arringa difensiva. L’avvocato Antonino Campisi ha parlato per un’ora e mezzo nell’aula in cui il giovane imputato, al contrario delle precedenti udienze, è voluto essere presente e partecipare con una sua dichiarazione, resa davanti ai congiunti della donna, che per tre anni lo aveva accolto in casa perché aveva una relazione sentimentale con la figlioletta.

La madre di Lanteri non ha retto alla pressione emotiva ed è stata colta da malore prima che l’avvocato Campisi entrasse nel vivo dell’arringa. Il legale difensore dell’imputato ha contestato le circostanze aggravanti poste alla base della richiesta di condanna a 30 anni di reclusione avanzata in sede di requisitoria dal pm Tommaso Pagano. Ha, quindi, ribadito che quella mattina Lanteri non si era recato a casa dell’ex fidanzatina premeditando di uccidere ma soltanto per chiarire con la madre il contenuto di alcuni messaggi postati su Instgram e su altri profili social. In particolare, avrebbe voluto chiarire di non essere stato il responsabile di alcuni messaggi offensivi postati sui social il cui contenuto è stato considerato con atti di stalking.

L’avvocato Campisi ha insistito sul vizio parziale di mente del suo assistito sollecitando al giudice l’assoluzione o, in subordine, vista la giovanissima età dell’imputato, una misura meno afflittiva di quella fino ad oggi prospettata. Di diverso avviso le parti civili, che, nella precedente udienza, si erano spinti oltre la richiesta del pubblico ministero, chiedendo al giudice una condanna all’ergastolo a carico di Lanteri, sostenendo la premeditazione dell’atto di aggressione posto in essere dal giovane, partito dalla sua abitazione armato di un coltello.

Il processo è stato aggiornato all’udienza del 25 novembre per la replica formale del pm Pagano e per la sentenza del gup Scapellato che dovrà valutare tutti gli elementi confluiti nel fascicolo dell’indagine e che convergono sulla responsabilità del giovane che ha quasi subito confessato l’omicidio della 47enne infermiera, e che ieri ha chiesto scusa per il gesto insano compiuto e che ha sottratto all’affetto dei congiunti una moglie e una madre.

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