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Caso badanti, giovedì l’indagato davanti al tribunale del riesame

Sulla sorte di Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, i due badanti casertani scomparsi la mattina del 12 maggio 2014, si sono registrati più colpi di scena negli ultimi dieci giorni che in sette anni d’indagini. Come un fiume in piena sono arrivati dapprima la scoperta di resti umani nel cortile della villetta di contrada Tivoli, poi il fermo del ristoratore siracusano Giampiero Riccioli per omicidio e occultamento di cadavere, ieri l’esame autoptico su quei resti, da cui sono emersi altri particolari agghiaccianti sulle modalità di uccisione. 

L’ulteriore elemento di novità è stato postato ieri mattina sul profilo facebook della trasmissione “Chi l’ha visto?”, che sulla vicenda ha sempre tenuto accesi i riflettori. Poche righe per fornire indiscrezioni sull’esito dell’autopsia sui resti umani riaffiorati dalla buca nel cortile della villetta di via San Pio da Pietrelcina in contrada Tivoli. Il medico legale avrebbe riscontrato tracce di colpi di arma da fuoco con cui le vittime sarebbero state uccise e dopo seppellite in una fossa ricoperta con, calce e altro materiale di risulta. L’autopsia era stata disposta dal sostituto procuratore generale di Catania, Miriam Cantone che ha affidato martedì scorso l’incarico a un perito a cui è stato chiesto di eseguire anche la Tac e l’esame tossicologico su quei resti umani.  

“Apprendo da voi giornalisti dell’esito dell’autopsia”, si limita a dire l’avvocato Antonio Meduri, legale difensore dell’indagato, che è detenuto in carcere dalla sera del 18 febbraio, quando i poliziotti della squadra mobile e quelli della polizia scientifica hanno fatto la macabra scoperta. Il penalista ha avuto un solo colloquio con il proprio assistito non affrontando però la questione, che sarà oggetto di approfondimento giovedì quando Riccioli compare davanti al tribunale del riesame di Catania a cui ha fatto ricorso per l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare. La scorsa settimana l’indagato ha fatto scena muta dinanzi al gip del tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri. La difesa sostiene che, al momento, l’unico indizio è rappresentato dai resti umani scoperti nella villetta. Seppure nella disponibilità di Riccioli, questi la frequentava nel 2014 solo nei giorni di visita al padre, assistito dai due badanti. L’avvocato Meduri rimanda all’esito dell’esame del Dna ogni considerazione rispetto all’attribuzione dell’identità dei resti umani ai due badanti campani. 

“In questi lunghi anni – ha commentato, invece, l’avvocato Daniele Scrofani, legale delle famiglie di Alessandro e Luigi in un video postato sul profilo della popolare trasmissione di Rai tre – abbiamo immaginato e sperato che la loro morte trovasse una logica in un fatto gestuale, di immediatezza, di dolo libero. In realtà, la storia che ci rimanda la consulenza tecnica disposta sui resti umani, è diversa e racconta il film di una spietata esecuzione. E’ un omicidio eseguito a freddo che non può essere dimenticato. Io e il mio studio legale staremo vicini alle famiglie di Alessandro e Luigi nel processo che spero si celebri presto per ottenere giustizia, mai vendetta”. 

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