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Coltivavano 13mila piante di marijuana: condannate quattro persone

Avevano allestito una delle più consistenti piantagioni di marijuana della provincia. 53 serre nelle campagne di Avola in cui vi erano ortaggi, frutta ma anche canapa indiana. La scoperta è stata fatta dai poliziotti del commissariato di Noto e, distanza di quattro anni dall’episodio, il tribunale penale di Siracusa ha emesso una sentenza di condanna a carico di tutti gli imputati alla sbarra. Il tribunale ha inflitto la condanna a 7 anni di reclusione nei confronti del vittoriese Roberto Minaudo, ritenuto il promotore e l’organizzatore della coltivazione di marijuana. Il tribunale ha inflitto, invece, la condanna a 5 anni ciascuno di reclusione nei confronti degli altri tre imputati, il vittoriese Mario Costa, la romena Muj Leinuta e del tunisino Brahimi Samir. 

Più pensati sono state le richieste avanzate dal pm della direzione distrettuale antimafia che aveva insistito per condannare i quattro imputati soprattutto per il reato associativo. Aveva quindi sollecitato la condanna a 21 anni per Minaudo, a 12 anni per Costa e a 8 anni ciascuno per gli altri due. I legali difensori degli imputati, avvocati Puccio Forestiere, Angelino Alessandro, Gaetano Sano e Cristina Elia si sono battuti nelle arringhe riuscendo a ottenere dal tribunale l’annullamento del reato di associazione per delinquere. 

La vicenda è emersa a seguito delle indagini dei poliziotti del commissariato di Noto e culminata con il blitz nelle 53 serre in cui erano state occultate le piante di droga il 7 giugno 2016. Furono sequestrate qualcosa come 23mila e 500 piante  pèer un peso complessivo di oltre 600 chili che per il consulente dell’accusa, il professore Romano avrebbero fruttato un milione e mezzo di euro. Inizialmente erano tre le persone coinvolte nella vicenda ma ben presto fu tirato in ballo anche Minaudo. 

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