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Commemorato il giornalista Francese a 40 anni dalla sua uccisione

Nel quarantesimo anniversario della scomparsa del giornalista siracusano Mario Francese, ucciso dalla mafia la sera del 26 gennaio 1979, si è tenuta questa mattina una sobria quanto significativa cerimonia. L’appuntamento davanti alla lapide, collocata all’interno di Casina Cuti. A fare gli onori di casa, il segretario di Assostampa, Prospero Dente. Hanno partecipato alla cerimonia il sindaco Francesco Italia, il consigliere dell’Ordine dei giornalisti, Santo Gallo e i rappresentanti della Prefettura e delle forze dell’ordine, dell’associazione Libera e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori.

“Ricordare Francese per noi è un dovere – ha detto Dente – perché è un giornalista che ha scelto da che parte stare e per questa sua scelta ha pagato con la vita”. Al culmine della manifestazione è stata deposta una corona di fiori.

Il giornalista Francese è stato ricordato anche a Palermo alla presenza del presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna.  L’iniziativa, come avviene dal 2006, è  stata organizzata dall’Unci-Unione cronisti italiani (Gruppo di specializzazione della Fnsi).

“Mario Francese – ha detto Verna – è stato un esempio per tutti: serietà, preparazione professionale e coraggio”.

“Fu il primo cronista – ha osservato Leone Zingales, -vice-presidente nazionale dell’Unci  – a raccontare la ‘scalata’ del clan dei ‘corleonesi’ di Riina  al vertice di Cosa nostra. Mario Francese aveva compreso chi erano i nuovi boss e per questo lo hanno ucciso”.

Alla cerimonia erano presenti i figli di Francese, Massimo, Fabio e Giulio, il sindaco Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro, il capocentro  di Palermo della Dia, colonnello Antonio Amoroso, il questore Renato Cortese, ufficiali dell’Esercito, magistrati, volontarie della Croce rossa ed i comandanti provinciali dell’Arma dei carabinieri, della Guardia di finanza e della polizia  municipale.  Per l’Assostampa siciliana è intervenuto Massimo Bellomo.

“Ricordare Mario Francese, davanti alla  lapide di viale Campania, nel luogo in cui fu ucciso, rappresenta ancora oggi – ha  detto Giulio Francese – una sfida ed un impegno. Io ringrazierò sempre l’Unione cronisti che nel 2006, prima organizzazione giornalistica tra tutte, ha fatto un passo avanti per fare sentire la mia famiglia meno sola collocando qui in viale Campania una lapide a ricordo di mio padre”.

Per il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo, “Francese è un esempio che supera indenne il trascorrere del tempo e ci ricorda l’importanza di un lavoro serio e coscenzioso”.

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