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Garozzo: “Il pd voleva far fuori assessori capaci e competenti”

Sulla situazione politica in città e all’interno del Partito democratico Giancarlo Garozzo, sindaco di Siracusa e componente dell’assemblea nazionale del Pd, ha così replicato.

Come ho dichiarato il giorno del mio insediamento, prima viene la città e poi tutto il resto. È soprattutto in nome di questo impegno che, ancora una volta, non mi sono lasciato imbrigliare.

E’ bene che si sappia che ho incontrato per tre volte il partito e per tre volte mi sono state presentate versioni e assetti diversi.
Il tavolo di confronto è saltato non per Giancarlo Garozzo ma perché Lo Giudice e Monterosso, in barba a qualunque reale interesse per il funzionamento dell’amministrazione, pretendevano la sostituzione di assessori che si sono dimostrati con i fatti capaci e competenti. Il loro atteggiamento è il segno tangibile del disinteresse assoluto che hanno per la città.
La mia priorità è l’amministrazione, non biechi meccanismi novecenteschi portati avanti da chi, prima di permettersi di parlare di giunte di alto profilo, dovrebbe capire chi è e cosa rappresenta.
Lo Giudice, Monterosso e Schiavo sanno infatti perfettamente che la loro nomina è frutto di un accordo unitario, fatto a tavolino, non di congressi o elezioni.È di tutta evidenza, quindi, che questo accordo oggi non esiste più e che i tre moschettieri rappresentano solo una parte del Pd: i Riformisti e il gruppo Foti. Null’altro.

So bene quali siano le mie responsabilità e non servono certo loro a ricordarmele. Da 3 anni a questa parte, i vertici del PD, cambiati più volte per le vicissitudini interne al partito, non sono mai stati accanto all’amministrazione nata da una vittoria – voglio ricordarlo nel caso in cui l’avessero dimenticato – che ha riportato il Centrosinistra a governare questa città dopo 15 anni.

Ultimamente avevamo avviato un percorso cittadino ma è stato un cammino azzoppato subito da una parte del Pd che non ha quasi mai partecipato agli incontri programmati. Mi spiace per questa parte del Pd che puntava forse sul fuoco amico per azzoppare la nostra azione, ma la mia amministrazione è andata avanti per la propria strada prendendo decisioni e assumendo provvedimenti importanti per la città.
Se guardo all’esperienza di Lo Giudice alla guida della segreteria provinciale, invece, una cosa è certa: la sua incapacità di mantenere gli impegni e tenere a bada gli estremismi, che ha invece avallato, ha portato il Pd a toccare il punto più basso in termini di consenso, immagine e rapporto con i cittadini. Il fallimento dell’esperienza targata Lo Giudice è testimoniato dal risultato ottenuto dal partito alle ultime amministrative nei quattro comuni della provincia nei quali si è votato per la scelta del sindaco.
Pensino a questi aspetti invece di avere come obiettivo principale la distruzione sistematica di quanto fa questa amministrazione.

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