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I lavoratori della Siteco si rivolgono al prefetto Gradone

Il coordinatore regionale dell’Ona, organizzazione nazionale amianto, Calogero Vicario ha scritto al prefetto di Siracusa al quale ha illustrato la grave situazione in cui versano i lavoratori che sono stati occupati nel sito Siteco di Priolo Gargallo, azienda leader nel settore delle energie rinnovabili ed in particolare nel settore dell’eolico. Ora tutti quanti i lavoratori sono disoccupati già da due anni e non potranno più godere dell’indennità di mobilità in deroga a seguito dell’introduzione del decreto interministeriale. La Siteco nasce nel 2004, si affida alle maestranze specializzate Ex Bonaldi, ex Belleli, ex Fantuzzi con un obiettivo ben preciso: realizzare Impianti Di Energia Pulita. Rileva 200 lavoratori impiegandone 500 con l’Indotto, ha un fatturato, 32 milioni circa, fa i suoi investimenti, investe milioni di euro, si programma il futuro avendo commesse ed intese con partner di calibro Nordex, Vestas, Gamesa, Moncada.

Qualche anno addietro la Siteco si è visto annullare contratti di lavoro per circa 17 milioni di euro. La Regione Sicilia approva il Pears cioè il piano energetico, ritenuto illegittimo dal TAR, e lo applica subito con effetto retroattivo, bloccando tutte le autorizzazioni e blocca anche dei parchi in costruzione, causando ingenti danni alle aziende del settore Eolico, alla Siteco ma soprattutto ai lavoratori che vi operano i quali pagano il prezzo più alto. Successivamente, il Tribunale Amministrativo Regionale della Regione Sicilia giudica illegittimo il piano energetico ed accoglie i ricorsi. Tuttavia, nonostante il deliberato, la relativa Sentenza di annullamento, invece di porre in esecuzione, decide invece di ricorrere in sede di appello, e non eseguire la Sentenza del Tar.

Al prefetto Gradone, è stata chiesta l’istituzione di un tavolo tecnico per elaborare un intervento legislativo, che sani anche le situazioni pregresse dei danni cagionati ai lavoratori dell’intero settore, che favorisca la ripresa delle attività nel sito produttivo, con il reimpiego di tutti i lavoratori, con l’attivazione di un fondo per le vittime dei lavoratori dell’eolico, con una deroga regionale alle norme della legge Fornero.

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