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Il Siracusa riprende la lenta scalata alla vetta

di Salvatore Spallina.

Il Siracusa dopo la brutta sconfitta contro la Sarnese è tornato alla vittoria. Contro il Roccella mister Sottil aveva messo in guardia la squadra sul fatto che non sarebbe stata una partita facile. Il Roccella, dopo le quattro sconfitte consecutive, avrebbe cercato di cambiare scia, rispetto alle ultime gare, per cercare, almeno, un pari al De Simone. Infatti, in tutta la prima parte della gara, il Siracusa non era riuscito ad esprimere bene il suo giuoco, tranne nei minuti iniziali. A sfiorare il goal, veramente, verso 43°, con una traversa, era stata la squadra calabrese con il suo centravanti Dorato, che con i suoi 7 goal stava ad affermare che la sua squadra in avanti era stata capace di metterlo in condizione di andare a rete. Il giovane Sibilli non riusciva ad incidere nello sviluppo del gioco, né nell’uno contro uno, che è il suo pezzo forte, le triangolazioni del Siracusa non funzionavano, se non in un paio di occasioni, la fluidità della manovra trovava ostacoli anche per merito del Roccella. Tutto questo non è sfuggito all’occhio attento del mister tanto che, cosa quanto mai insolita, prima della pausa, incomincia a far intensificare il riscaldamento a quegli uomini “pensati” per i cambi. Al rientro in campo restano fuori Sibilli e Chiavaro per Longoni e Barbiero. Il giovane Barbiero si adatta in un ruolo non suo e si esprime al meglio, Longoni tira fuori le migliori qualità ed ottiene in un colpo tre risultati importanti: si procura un rigore, fa espellere un avversario, realizza l’1 a 0. La partita è cambiata, il giuoco diventa ficcante, con varie occasioni da goal, gli avversari in 10 e storditi subiscono il 2 a 0. Il merito è di Palermo, appena entrato in campo, che si ricorda subito che fra le due zone del campo predilige quella dove c’è la rete avversaria. Infatti non ci pensa due volte ad indirizzare nel sette un passaggio corto di Longoni. La difficile trasferta di Leonforte di domenica prossima, la Cavese non ha fatto punti, ci dirà se il piede del Siracusa si è spostato sull’acceleratore o si è diretto sul freno.

Una breve parentesi merita ancora il nostro giovane diciassettenne Stefano Pulvirenti, i cui funerali sono stati fissati per venerdì prossimo alle ore 15.30 in cattedrale. Nella notte di venerdì il suo cuore, affaticato per le tante e brutte traversie subite, aveva smesso di battere. La sua anima, fra la fatica e i dolori della vita, aveva scelto un percorso di bellezza eterno. Lo speaker dello stadio prima del fischio iniziale dà questo triste annuncio e durante la gara, a distanza di qualche minuto, l’uno dall’altro, compaiono due striscioni: Ture e Stefano nel cielo brillano, dalla Curva Anna, non sarà mai un addio, dalla gradinata.

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