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Lavoro e disperazione: quando al danno segue la beffa

Lo specchio della società odierna riflette le difficoltà economiche e finanziarie di una buona parte delle famiglie. Al centro del disagio la mancanza del lavoro. Si moltiplicano, quindi, i casi in cui per la dispera-zione ci si spinge a gesti estremi, che poi, per pura beffa, si ritorcono contro le stesse persone, gli stessi protagonisti. Due i casi emersi nelle ultime ore e andati entrambi a sentenza dinanzi al giudice monocratico. Il caso più disperato è quello un siracusano di 38 anni, il quale è comparso dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Siracusa perché accusato del reato di interruzione di pubblico servizio. L’episodio è avvenuto la mattina del 18 gennaio 2011. L’uomo aveva da pochissimo ricevuto la lettera di licenziamento. Non c’era più posto per lui nell’azienda privata che si occupa della puli-zia dei vagoni ferroviari. Così, alle ore 10, si è presentato alla stazione centrale di Siracusa e, senza dire nulla, si è arrampicato sul ponticello del segnale blocco del sito del primo binario, minacciando di lanciarsi nel vuoto all’arrivo del primo treno. Scattato l’allarme, sul posto si sono recate le forze dell’ordine, che ha-no intavolato una lunga trattativa. Per evitare il peggio, il personale di servizio in stazione, ha bloccato gli arrivi e le partenze con particolare riferimento

al treno Intercity Roma-Siracusa. Poi, gli uomini delle for-ze dell’ordine lo hanno convinto a desistere dal suo insano gesto. Una volta sceso, però, nei suoi confronti è scattata la denuncia a piede libero per interruzione di pubblico servizio. A conclusione del processo l’uomo è stato condannato a 20 giorni di reclusione.

Altra storia, stessa disperazione, stesso motivo. Stavolta siamo ad Augusta, dove un uomo di 52 anni, ha fatto domanda per essere inserito nella graduatoria per cantieri sociali. Giovedì scorso, recandosi al Comune di Augusta, per prendere visione della lista dei lavoratori socialmente impegnati nei progetti dell’amministrazione comunale, si è accorto di non essere stato collocato nella giusta fascia. Mentre i dipendenti comunali erano affaccendati presso l’ufficio protocollo, hanno udito un gran botto e l’intera vetrina dell’ufficio andare in frantumi sulle loro scrivanie. Si è creato il panico e nel fuggi fuggi generale, qualcuno ha notato proprio l’imputato, poco prima recatosi in quell’ufficio, allontanarsi di fretta. Sul posto è giunta una pattuglia dei carabinieri,che si è messa sulle tracce dell’individuo. Rintracciatolo, lo hanno condotto in caserma per accertamenti, e qui è avvenuta la confessione dell’uomo. Ha detto di avere fatto quel gesto,ovvero di avere lanciato un sasso contro la vetrata

degli uffici del Comune, perché arrabbiato del fatto che fosse stato messo fuori dalla lista dei lavoratori, mentre al suo posto e al posto di altri augustani disoccupati, avrebbero accolto la richiesta di alcuni extra-comunitari. Il disoccupato è stato processato con il rito per direttissima e è ricorso al rito del patteggiamento con il quale s’è visto applicare la multa di 206 euro.

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