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Luana Ilardo agli studenti dell’Einaudi: “Studiate per difendervi dalla criminalità”

Ha raccontato la sua storia di figlia di un’importante famiglia di Cosa Nostra passata poi dalla parte delle legalità per coltivare e promuovere quella consapevolezza che contribuisce in maniera determinante a combattere la mafia. Luana Ilardo, figlia del Luigi, ucciso nel maggio del ‘96 perché stava collaborando con lo Stato, è stata la protagonista dell’incontro tenuto stamattina al liceo Einaudi con gli studenti delle scuole che hanno aderito al progetto “Legalità e cittadinanza attiva” del Piano dell’offerta formativa del Comune. L’iniziativa è stata organizzata in coincidenza con l’anniversario della nascita di Paolo Borsellino, che oggi avrebbe compiuto 84 anni, ed è servita anche a ricordare il magistrato morto nella strage di via D’Amelio.

Dialogando con l’assessore alla Legalità, Fabio Granata, Luana Ilardo ha ripercorso i passaggi salienti della sua vita, del suo intenso rapporto con il padre che, dopo avere scontato 11 anni di carcere, decise di passare dalla parte dello Stato. Luigi Ilardo  non limitandosi a raccontare le cose di cui era conoscenza ma si trasformò in una sorta di «infiltrato» per condurre i Carabinieri al covo in cui si nascondeva Bernardo Provenzano, allora capo di Cosa Nostra. L’operazione, tentata tre volte, non andò mai in porto e restano senza risposta le domande sulle ragioni.

Nonostante ciò, Luana Ilardo ha deciso di schierarsi dalla parte delle istituzioni. «Quando incontro i giovani come in questo caso – ha affermato concludendo la sua testimonianza – dico sempre due cose; non ci si deve voltare dall’altra parte se ci si trova davanti a comportamenti sbagliati o fuori dalla legge; e bisogna continuare a studiare perché solo se si è preparati ad affrontare la vita si può essere veramente liberi».

«Quello di oggi – ha detto l’assessore Granata – è stato uno dei migliori incontri del nostro progetto, che vuole essere un percorso di consapevolezza culturale. Le parole ascoltate ci confermano che essere cittadini attivi significa andare oltre i propri interessi personali. Occupiamoci di ciò che avviene attorno a noi con un atteggiamento critico, cosciente e di partecipazione». Le conclusioni sono state tirate da Teresella Celesti, dirigente del liceo Einaudi e assessore comunale alle Politiche scolastiche. «Con questi incontri – ha detto – noi intendiamo lasciare un testimone ai giovani, affinché contribuiscano a cambiare una narrazione di una Sicilia condannata e irredimibile. È una narrazione che ci portiamo ovunque ci troviamo ma, partendo da storie come quella ascoltata oggi, dobbiamo iniziare a raccontare un’Isola diversa, rappresentandoci in un mondo più civile e di reale umanità».

Alla manifestazione hanno partecipato i rappresentanti dei partner del progetto. Il giudice Liborio Mazziotta, per l’Associazione nazionale magistrati, ha esortato i giovani a tenere sempre comportamenti rispettosi degli altri e delle regole a cominciare dalla piccole cose; Antonio Randazzo, presidente del Consiglio dell’ordine avvocati di Siracusa, ha parlato del contributo dato dalla sua professione per l’affermazione della legalità e dei diritti delle persone; ed Elisabetta Guidi, che con Fabio Faraci rappresentava il Rotary club Monti Climiti, ha parlato della figura di Paolo Borsellino. Giuseppe Prestifilippo, coordinatore del Piano dell’offerta formativa del Comune ha illustrato le finalità e i passaggi futuri del progetto “Legalità e cittadinanza attiva”.

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