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Mafia a Cassibile: la genesi dell’operzione Knock out

Il maresciallo dei carabinieri Salvatore Palazzolo, è stato escusso ieri mattina al processo che scaturisce dall’operazione antimafia denominata “Knock out”. Il sottufficiale è stato sentito ad apertura di dibattimento al cospetto del tribunale penale di Siracusa. Rispondendo alle domande del pubblico ministero Andrea Ursino, il verbalizzante ha fatto l’escursus delle indagini che hanno portato all’arresto di presunti esponenti e gregari della presunta organizzazione criminale che avrebbe agito nel territorio di Cassibile per la gestione degli affari illeciti, principalmente traffico di cocaina e hascisc ma anche nel settore dei videopoker.

Il maresciallo Palazzolo ha spiegato che le indagini scaturiscono dall’omicidio di Salvatore Giacona, il portalettere cassibilese, il cui cadavere bruciato fu fatto trovare nelle campagne di Cassibile il 3 aprile 2009. Appena quattro giorni dopo quell’efferato omicidio, presso la caserma dei carabinieri della frazione siracusana si è presentato Sebastiano Troia, il quale, dicendo di essersi pentito, ha consegnato nelle mani degli investigatori gli elementi e i nomi di presunti autori di quell’omicidio e dell’uccisione di Salvatore Bologna, avvenuto nel febbraio 2002.

Da quel momento, ha detto il maresciallo, è scattata un’attività intensa d’intercettazione ambientali e telefoniche a carico dei soggetti accusati da Troia, principalmente Antonino Linguanti e l’ex pugile siracusano Salvatore Battaglia (che per i due omicidi sono stati già condannati in primo grado dalla Corte d’Assise). Nel corso dell’attività d’indagine sarebbe emerso il ruolo di primissimo piano da parte del cassibilese Salvatore Galiffi. In più d’una conversazione i carabinieri lo ascoltano minacciare altri indagati come Giuseppe Olanda e Paolo Sciuto, oltre che appiccare l’incendio alla vettura di Mirko Giacona. Minacce che intendevano fare comprendere ai tre chi comandasse il traffico degli stupefacenti a Cassibile e costringerli a mettersi in riga.

Il maresciallo Palazzolo si è sottoposto al controesame di alcuni dei legali che formano il collegio difensivo prima di concludere l’udienza. Nella prossima, fissata per il primo dicembre, saranno sentiti due collaboratori di Giustizia, Francesco e Sebastiano Bologna, entrambi collegati in videoconferenza dai luoghi segreti in cui vivono sotto protezione ormai da diversi anni. Salvatore Galiffi ha poi preannunciato di volere rilasciare dichiarazioni spontanee molto probabilmente legate all’episodio dell’incendio all’automobile di Giacona, che, secondo una perizia dei tecnici dei vigili del fuoco di Siracusa, si sarebbe incendiata a causa di un corto circuito e non per origine dolosa.

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