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Noto calcio, la squadra affidata a Gaspare Cacciola

Come promesso entro la fine della settimana sono arrivate le prime notizie concrete sulla nuova stagione calcistica dell’Usd Noto Calcio. Il Presidente Graziano Zani, in persona, ci aveva spiegato che i giorni di questa settimana sarebbero serviti per limare intanto l’accordo con il nuovo allenatore, il cui nome era già circolato un paio di settimane fa, forse un pò forzatamente, ma la cui firma è giunta solo ieri seguita dal comunicato stampa ufficiale. ” L’Usd Noto Calcio comunica che il nuovo allenatore è Gaspare Cacciola. Il tecnico 41enne originario di Messina ha raggiunto l’accordo con la società granata e guiderà la squadra nella stagione 2015/2016 nel campionato di Serie D”. A questo annuncio, nelle ultime ore, ne sono seguiti altri tre relativi ai primi acquisti, due conferme, attese, il portiere Gabriele Ferla e l’attaccante Luca Ficarotta, e un volto nuovo quello di Francesco Bertolo (nella foto), lo scorso anno al Città di Scordia, difensore con il vizietto del gol, 10 nella passata stagione in Eccellenza, classe 1991. Tecnico, squadra che prende forma e prime notizie sui vari step che dovranno condurre alla preparazione della prossima stagione. Ma nel contempo arriva anche il saluto alla città ed ai tifosi dell’ormai ex Direttore Sportivo Vittorio Strianese, con una missiva inviata ai giornalisti per la diffusione della stessa: “Si sono chiusi due anni e mezzo bellissimi e intensi, conditi da gioie e vittorie, personali e della squadra. Quel Noto che ho sempre difeso, e salvato alla fine di tre campionati diversi tra di loro, ma esaltanti. Un’esperienza che reputo la più importante di quelle vissute nella mia carriera professionistica. Ricordo quando arrivai a Noto nel dicembre del 2012: la squadra era messa male, in condizioni pietose, ultima in classifica con solo sei punti. L’allora presidente Giovanni Musso decise di scegliere me e Antonio Ciccarone, e siamo riusciti nell’impresa titanica della salvezza diretta. Ricordo il primo giorno al Palatucci: mi presentai al magazziniere Corrado Bianca e gli diedi una pacca sulla spalla per rasserenarlo, promettendogli che ci saremmo salvati. Lui si allontanò, dicendo “questo è pazzo!”. Da quel giorno, dopo ogni partita, il primo abbraccio è sempre stato con lui. Sono stati degli anni intensi, ma anche difficili, a causa di alcune condizioni di precarietà. La scorsa stagione, 2014/2015, è stata la più difficile. Gli ultimi mesi sembravano non passare mai, e c’erano tante difficoltà da affrontare, che spuntavano giorno dopo giorno. Ma siamo riusciti lo stesso a strappare la salvezza, grazie agli uomini che ho avuto accanto. In primis, l’allenatore Pippo Romano, che dopo il brutto inizio di stagione, era stato chiamato dal sottoscritto per salvare la squadra. Una squadra che in tre stagioni ha conquistato tre salvezze, grazie a tutti i tesserati, che hanno dimostrato professionalità e fiducia nei miei confronti. Mi piace ricordare i tre capitani. In primis Ciccio Montalto, un uomo che ha dimostrato di avere la maglia granata cucita addosso come una seconda pelle, che merita solo stima e rispetto. Poi Giuseppe Rizza, che non si può discutere come calciatore e nemmeno come uomo. Ha fatto dei sacrifici, si è rimesso in gioco nella squadra della sua città. E’ stata una stagione sfortunata la sua, ma ha dato un forte contributo al gruppo. Ultimo, in ordine di tempo, Totò Cocuzza, che ha ricevuto la fascia direttamente dai compagni, dimostrandosi all’altezza, proteggendo il gruppo con carisma e personalità. Ricordo con piacere tre partite, tutte e tre della stagione 2013/2014. La vittoria contro il Savoia al Palatucci, partita in cui tutti ci davano per sconfitti. Non dovevamo scendere nemmeno in campo, secondo qualcuno, e invece, abbiamo dimostrato il valore del gruppo, vincendo allo scadere, decretando il primo, e anche ultimo, stop della formazione campana in quell’anno. Altra partita che non dimentico è quella contro l’Agropoli, sempre al Palatucci, vinta allo scadere, con un uomo in meno e due rigori sbagliati dai nostri avversari. E poi c’è la partita contro la Vibonese, nelle ultime giornate: noi eravamo già salvi, e qualcuno pensava andassimo in Calabria per una passeggiata. E  invece abbiamo vinto 4 a 0. Penso al mercato, soddisfatto per essere riuscito, assieme alle diverse società, a portare in granata nomi importanti. La trattativa più difficile è stata quella per Samir Lacheheb, le più veloci quelle per Angelo D’Angelo, Antonio Salese, Totò Cocuzza e Antonio Cucinotta. C’è un nome, però, che non siamo riusciti a convincere: Jeda. Avevamo già parlato con il procuratore, ma le cifre sono rimaste troppo alte”. Oltre ai ricordi ed agli episodi Vittorio Strianese ha voluto ringraziare dirigenti ed allenatori succedutisi in questi anni, staff, stampa e poi quelli di “cuore”: “Ringrazio la mia fidanzata, che nell’ultimo anno e mezzo mi è stata vicina, sopportandomi e supportandomi. Ringrazio il popolo netino, a cui ribadisco di essere stato orgoglioso di poter rappresentare la squadra della loro città. Se siamo riusciti a salvarci, è anche merito loro. Non ci hanno mai lasciati da solo, ci hanno sostenuto con fiducia. Tifosi e mondo ultras”. E poi chiude: “Ogni società ha il diritto di fare le proprie scelte, ragionando a 360°. Ma se qualcuno pensa che io sia rimasto senza stimoli, si sbaglia di grosso. Gli stimoli che mi può dare questa maglia, dopo tre anni, sono ancora tanti. E se ce ne fosse di bisogno, sarò sempre a disposizione. Auguro al Noto e ai suoi tifosi sempre il meglio e successo importanti”. Firmato Vittorio Strianese con una stilettata alla risposta di Zani, in sede di conferenza stampa, che a precisa domanda del collega de La Sicilia: “Perchè non sono stati confermati il ds Strianese e il tecnico Romano?”, rispose che dopo qualche anno possono venire meno gli stimoli, un’affermazione che, dunque, non è passata inosservata. 
 
Emanuela Volcan

 

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