Cultura

Noto, Francisco Benìtez incanta con l’encausto a Palazzo Nicolaci

Partecipata e seguita con particolare attenzione dai tanti presenti, turisti e non, la performance di pittura con la tecnica dell’encausto, ieri sera a Palazzo Nicolaci, dell’artista americano Francisco Benìtez. Lui stesso, dopo aver preparato tutti gli arnesi, ha spiegato, nei minimi dettagli, la tecnica dando poi una prova pratica che ha incuriosito ed entusiasmato i presenti, letteralmente rapiti dai colpi di pennello di Benìtez. Un artista ed un ricercatore, qualità innate e curiosità per il passato che contraddistinguono la personale, esposta nelle sale di Palazzo Nicolaci dal 4 luglio, molto visitata ed ancora aperta sino al 30 luglio 2015.
“Ri/scatti, donna Inés ha perso la scarpina”, a cura dell’Assessorato
alla Cultura del Comune di Noto e di Vincenzo Medica/ Studio Barnum
Contemporary è aperta dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20, con ingresso libero basta ritirare il coupon presso il “Rau Con/Temporary Box” a Palazzo Rau della Ferla in via Silvio Spaventa. “La tecnica dell’encausto – ha spiegato ieri sera Benìtez- è molto antica ma è stata abbandonata per anni. Le prime tracce risalgono all’antica Grecia quando si scoprì che la cera, mista a resina, usata per dipingere le navi serviva a tutelarle dall’aggressione della salsedine. Una tecnica pittorica che fu usata per secoli ma poi soppiantata da altre, nonostante oggi possiamo affermare, senza tema di smentita, che le opere realizzate con l’encausto sono arrivate ai giorni nostri mantenendo una migliore qualità”. Tecnica e molta passione nelle parole di Francisco Benìtez che ha approfondito con i suoi tanti viaggi in giro per il mondo, e soprattutto ad Ercolano e Pompei, dove si trovano molte di queste opere, la storia e le testimonianze di quest’arte che può avere due interpretazioni con la cera calda e con quella fredda. Entrambe mostrate nella performance di ieri sera anche attraverso gli strumenti usati dai greci e solo, lievemente, modificati nel corso degli anni, soprattutto nel secolo scorso quando l’encausto è stato nuovamente adottato dagli artisti di tutto il mondo. “Pensate solo quattro erano i colori usati, nero, bianco, giallo e rosso, perchè i greci sostenevano che con la semplicità si ottiene la complessità”. Poi la parola è passata al pennello nelle sapienti mani di Benìtez e sotto gli occhi ecco venir fuori i due ritratti in cera calda e cera fredda.
La mostra di Francisco Benìtez è inserita nel programma di Effetto Noto 2015.
E.V.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *