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Noto, gli albergatori: “I fondi della tassa di soggiorno vanno reinvestiti”

Solo pochi giorni fa la Giunta Bonfanti ha approvato la proposta per l’istituzione della tassa di soggiorno nel Comune di Noto, che adesso con tutto il proprio regolamento arriverà sui banchi del Consiglio Comunale. La notizia, riportata dal quotidiano La Sicilia sabato scorso, 24 ottobre, ha già acceso il dibattito non solo tra favorevoli e contrari ma soprattutto sui particolari, le cifre, le modalità e tutto quanto dovrà regolamentare la tassa. Dirette interessate sono le attività ricettive come l’Associazione degli albergatori di Noto che per voce di Rosario Ferla, suo Vice Presidente, così si esprime: “Ok la tassa di soggiorno, purchè i fondi vengano reinvestiti sui servizi e la promozione turistica e si avvii una lotta dura contro le strutture  ricettive abusive  e una premialità  per chi è in regola ed offre servizi di qualità”. Tassa si, tassa no? Giusto un nuovo gabello? Cosa si rischia? Su questi punti l’Associazione ha le idee ben chiare: “Certamente una nuova tassa non fa piacere a nessuno – prosegue Ferla- ma d’altra parte non possiamo infilare la  testa sotto la sabbia come gli struzzi, il turismo ha dei costi e da qualche parte devono venire i fondi per la promozione e le attività turistiche, o arrivano dalle tasche dei cittadini di Noto o da quelle dei turisti che usufruiranno dei servizi offerti. Non si può pensare di far gravare tutte le spese necessarie per la promozione internazionale, l’accoglienza e l’incremento turistico sulle solite casse comunali”. Ma la gestione e la destinazione dei proventi dovrà essere oculata, affermano gli albergatori: “Da questo punto di vista ci è sembrata una scelta corretta l’istituzione di una commissione per vigilare sulla gestione dei fondi provenienti dalla tassa, commissione di cui faranno parte tecnici e amministratori comunali. Confidiamo, dunque, in un reinvestimento nello stesso settore così nessuno potrà lamentarsi di questa tassa, che è ormai una regola normale nel mondo del turismo e dei servizi in genere, e se al pagamento corrisponde un servizio adeguato lo si paga con piacere. Tra l’altro i turisti che arrivano nelle strutture chiedono sempre, al momento del chek –out, l’entità della tassa di soggiorno , quindi è un’idea che è già passata ovvero quella di dover dare un contributo al territorio che li ospita.
Abbiamo condiviso con l’amministrazione il percorso che ha condotto all’introduzione della tassa di soggiorno, mettendo però dei paletti ben chiari.
Altre città ci hanno preceduto tra cui Modica e Siracusa, e non stanno risentendo della tassa.  E’ anche una scelta di mercato tra un turismo di massa ed un turismo di qualità. E non dobbiamo temere la concorrenza di Avola o Portopalo, il vero nemico è l’abusivismo, poiché con prezzi vantaggiosi riescono ad attrarre turisti senza dover pagare tasse, ne tantomeno quella di soggiorno, danneggiando l’immagine della città e la qualità dei servizi. A tal proposito sarebbe opportuno prevedere anche un meccanismo di premialità e condividiamo le scelte relative alle esenzioni e ai meccanismi di pagamento”. In sostanza la proposta è di una tariffa giornaliera a secondo della struttura, e si va da 1 a 2 euro al giorno ( solo per i primi quattro giorni), con un decurtamento del 50% nei mesi di gennaio, febbraio e novembre, e non verrà pagata dai minori di 14 anni, dagli over 75, dai diversamente abili (con invalidità riconosciuta pari al 100%), da chi assiste soggetti svantaggiati, da chi è in Città per motivi accademici, le forze dell’ordine in servizi speciali, da atleti per impegni sportivi, e dagli sposi in viaggio di nozze.
Emanuela Volcan

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