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Noto, la storia di una “passeggiata” lunga 3 mila chilometri lungo l’Italia

Pochi giorni fa l’abbiamo vista ospite di Cristina Parodi negli studi Rai de “La vita in diretta”, ma abbiamo avuto la fortuna di conoscerla proprio qui a Noto grazie all’organizzazione di Francesco Di Martino, regista e documentarista, ed all’ospitalità dell’Associazione Sciami, in via Rocco Pirri. Stiamo parlando di Darinka Montico giovane scrittrice protagonista diretta di un viaggio a piedi lungo lo Stivale che ha raccontato nel libro “Walkaboutitalia. L’Italia a piedi, senza soldi, raccogliendo sogni” Edizione dei Cammini ( collana Wanderer), che lei stessa promuove girando il Paese, questa volta in bici. Da un estremo all’altro dello Stivale, da Palermo a Baveno, sul lago Maggiore, a piedi senza un euro ma solo con un sacco a pelo, la macchina fotografica, il cellulare, uno spray contro eventuali malintenzionati e soprattutto con una scatola dove sono stati messi i sogni delle persone incontrate. A Noto Darinka ha raccontato questo straordinario viaggio, sottoponendosi volentieri alle domande di Francesco Di Martino (nella foto insieme alla fine dell’incontro) e dei presenti particolarmente attratti dall’esperienza di questa giovane donna, con lettura di alcuni brani del libro affidata a Sofia Gimigliano. Darinka Montico, mamma croata e papà bavenese, nell’illustrare la sua inusuale “passeggiata” ha, in realtà raccontato se stessa mentre attraverso i sogni raccolti dalle persone incontrate (il libro ha le immagini dei bigliettini in cui ognuno poteva scrivere il suo) offre uno spaccato dell’Italia di oggi che nelle speranze riversa ansie e preoccupazioni del quotidiano. Quasi un’indagine psicologica senza voler arrogarsi alcun crisma di scientificità ma specchio inconsapevole della nostra terra, da nord a sud, da est ad ovest. Darinka arriva a questo viaggio dopo aver vissuto tanti anni all’estero impegnata in professioni diverse, alcune davvero particolari: “Un giorno grigio, di una Londra invernale, -dove lavorava come massaggiatrice delle teste dei giocatori di poker-, decido improvvisamente di seguire il suggerimento scritto sulle suole delle mie scarpe: “go walk”, dicevano, parti e cammina. Non volevo più perdere tempo a fare cose che non mi andava di fare. Ma cosa mi piace fare? Vediamo se me lo ricordo: mi piace fotografare, certamente viaggiare e scrivere, e poi mi piace sognare. E allora partì, con i miei sogni e senza soldi. La parte più difficile è stata crederci perchè in fondo tutti abbiamo paura di ciò che non conosciamo, e il periodo più duro è stato quello dei primi sei, sette giorni. Facevo dai 20 ai 40 chilometri al giorno ed ho impegato 7 mesi in tutto, 5 al sud e due al nord, senza un itinerario preciso. Il posto che mi è rimasto nel cuore è la Sicilia, la punta più alta raggiunta quota 2000 metri, e poi tra i miei ricordi speciali la storia di una mamma calabra, a Isola di Capo Rizzuto, e la via Francigena. Insomma il mio consiglio è: se volete vedere la bellezza dovete camminare”. Perchè il titolo Walkaboutitalia?: “Walkabout è la camminata che gli aborigeni compiono in età adolescenziale, da soli nel deserto, per riconnettersi con le origini ancestrali delle loro terre e conoscere se stessi – ci spiega Francesco Di Martino-. Il cammino di Dorinka è diventato una piccola ricerca antropologica sui suoi sogni o su ciò che ne è rimasto in una società caratterizzata sempre più dal materialismo e dalla superficialità”.
Emanuela Volcan

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