Cultura

Noto, si arricchisce la sezione medievale del Museo Civico 

Quando il fortissimo amore per la propria terra, la propria città, la propria comunità, si coniuga con lo studio, la ricerca ed una straordinaria voglia di far riemergere quel passato glorioso che non deve essere dimenticato e tantomeno sottaciuto. Il Club Val di Noto Avventura ed il suo instancabile nocchiero Vincenzo Belfiore hanno firmato un ulteriore arricchimento della sezione Medievale del Museo Civico (ex Monastero di Santa Chiara), proprio grazie a quel perpetuo senso di curiosità verso la città madre, verso la radice recisa dal disastroso terremoto del 1693, ma mai scomparsa. “All’interno di un’articolata serata che ha visto diversi momenti, sono stati esposti, dopo attenta ed accurata illustrazione, nuovi reperti, in particolare, due bocche da fuocodel 400 e del 600, bombardette – spiega Vincenzo Belfiore-, per esporre le quali sono stati realizzati da maestri artigiani nuovi affusti in legno che le reggono. Altre testimonianze straordinarie di quello che è il racconto, non solo architettonico, scultoreo ma anche degli oggetti di difesa, passivi ed attivi, che hanno reso Noto città inespugnabile, sono due grandi spadoni, del XV secolo”. E nel contesto della serata di presentazione, a cui hanno preso parte autorità, primo fra tutti il Sindaco Corrado Bonfanti, studiosi, divulgatori “Per discutere appunto di armi, fortezze e uomini che difesero quest’angolo della Sicilia”. Particolarmente intenso il momento in cui il Presidente dei Milites TrinacriaeLuca Caliò, Maestro d’Armi, ha avuto l’onere e l’onore di prendere in mano proprio lo spadone: “Ormai maneggio spade e altre armi bianche da anni, ma l’emozione di bandire una vera spada del XV secolo, con tanto di tacche sulla lama dovute all’uso in battaglia, e provare delle tecniche davanti ad una platea gremita è stata una sensazione indescrivibile”.  Operazione, dunque, assolutamente riuscita e che lancia un messaggio di grandissima speranza verso chi vorrebbe che il sito di Noto Antica fosse maggiormente curato, valorizzato e promosso, perché custode della storia di ogni netino.
E. V.

 

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