Appuntamenti

Noto, ultimi giorni per visitare l'”Ars Imago Mundi”

Domenica prossima (14 settembre) sarà l’ultimo giorno per la mostra personale del maestro
Oleg Supereco “Ars Imago Mundi”, ospitata dallo scorso 10 di maggio al Convitto Ragusa. Il pittore russo è uno degli artisti che ha affrescato la ricostruita Basilica di San Nicolò, tornata oggi al suo antico splendore, dopo il terribile crollo del 1996. La mostra ha, dunque, significato un particolare momento, bel quattro mesi, dedicati all’artista che ha dipinto la cupola ed i quattro pennacchi.
Nelle tre sale sono esposte, e visitabili sino a domenica, oltre cento opere del maestro Supereco, fra dipinti e disegni di arte sacra, paesaggi e ritratti. Un legame molto forte quello tra il pittore e la città di Noto, rinsaldato anche dai tanti rapporti personali nati nei due anni di lavoro in Cattedrale. “Sono molto soddisfatto della mostra organizzata qui a Noto, la prima personale così lunga e la seconda in Sicilia- dichiara Oleg Supereco rientrato da qualche giorno a Noto-Devo ringraziare il Sindaco Corrado Bonfanti, la sua amministrazione, la curatrice della mostra Giovanna Cannata, Giuseppe Floridia per l’allestimento, i volontari dell’Auser per l’accoglienza quotidiana, e quattro mesi sono davvero tanti. Sono felice per la risposta in termini di presenze e i riscontri. Martedì avrò le cifre ufficiali che dalle prime notizie sono davvero importanti. Oggi non è facile portare le persone a visitare le mostre; nelle mete preferite dai turisti restano i siti architettonici, quindi mi ritengo davvero soddisfatto e per questo ho voluto ringraziare quanti hanno voluto e poi lavorato a questa esposizione, bella e davvero apprezzata.Adesso ultime ore e poi si passerà a nuove esperienze, ma resterò sempre legato a questa Città e sicuramente tornerò spesso, da turista”. Legato per un’opera immortale che si trova nel luogo simbolo della Città: “Lo ammetto, quando diedi l’ultimo colpo di pennello, mi sdraiai sul ponteggio e guardando in su provai un’emozione indescrivibile, indimenticabile. Sono e resterò legato sempre a Noto”. Nella stessa misura in cui la Città è legata al maestro moscovita che spera comunque di riabbracciare presto. “Il lavoro di un artista deve poi confrontarsi con il pubblico, quindi sto organizzando una nuova mostra”. La capitale italiana ? “Può darsi”. Lo ritoveremo a Roma o in qualsiasi altro posto nel mondo, dove siamo certi porterà Noto e il suo lavoro nella Basilica. Intanto ricordiamo che nello spazio espositivo è possibile acquistare anche diverse stampe originali dell’artista e ben due libri, uno proprio sul progetto Cattedrale, curato dal Real Circolo Francesco II di Borbone.
“Il bilancio di chiusura della mostra di Oleg Supereco è senza dubbio molto positivo. – questo il commento a chiusura della mostra dell’Assessore alla Cultura Cettina Raudino- Aver ospitato nella nostra città questo autentico talento, che esprime un mondo interiore complesso , sintesi fra l’Oriente ortodosso e l’occidente Cattolico, avvalendosi di una grande padronanza tecnica, è stato un coraggioso passo avanti verso il consolidamento di quella dimensione che fa di Noto una città d’arte, non  solo per la bellezza del suo ricchissimo patrimonio culturale ma anche perchè crocevia di ingegni  che la scelgono come meta a misura di artista . Tanti i visitatori, entusiastici gli apprezzamenti, e nutrita la rassegna stampa che ci conferma la notevole eco  che questa mostra ha avuto. L’introduzione del biglietto una novità che adotteremo stabilmente per le mostre più importanti e con un maggior richiamo di pubblico. Poco alla volta è giusto che ci si abitui a versare anche una quota minima per la fruizione dell’arte e della cultura. E’ ampliando l’offerta di spazi musealizzati o allestiti adeguatamente per ospitare grandi mostre come questa che la Cultura può davvero diventare il cardine del nostro sviluppo economico”. Ancora poche ore, dunque, e poi “Ars imago mundi” chiuderà i battenti per lasciare spazio ad altre iniziative di prestigio come accennato dall’Assessore Raudino.
E.V.

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