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Occorre fermare l’attacco all’Ordine dei giornalisti

La politica tenta di forzare la mano. La riforma dell’Ordine dei giornalisti è necessaria, ma non bisogna servirsene per tentare di limitare la libertà di stampa e giornalistica, dell’espressione libera e democratica. Renzi ha dichiarato candidamente che per lui l’Ordine può essere abolito anche subito; parla, ovviamente, dalla sua posizione di uomo “politico”, dal suo mestiere di “politicante”. Vuole evitare che le “marachelle” finiscano in pasto alla pubblica opinione, al popolo sovrano. La riforma dell’Ordine è un grandissimo passo avanti, se è posta come strumento innovativo per la risoluzione delle criticità che il settore registra, dopo l’avvento della rivoluzione mediatica nella sua generalità, e non come scusa per tappare la bocca ai giornalisti. Sarebbe utile sviluppare tante altre condizioni che mancano nella nuova realtà che circonda la comunicazione oggi in generale; ma visti i lustri di luna, tutti siamo consapevoli quali siano al momento le condizioni date e le difficoltà a fare marciare in Parlamento la nuova disciplina che deve essere rivoluzionaria in positivo e non punitiva a priori.

Si registra la necessità nell’informazione in generale di riformare il sistema, specie nel comparto dell’editoria dove si cataloga la maggiore resistenza contro l’Ordine dei giornalisti; è la vecchia regola dei padroni contro le maestranze. Rimane la necessità per il diritto di cronaca e dell’organizzazione nella totalità delle regole per una comunicazione al passo con i tempi. È vero. Le regole della legge dell’Ordine sono superate, diventa quindi importante rinforzare la riforma nel momento della sua configurazione generale, con una diminuzione del carico e con un perfezionamento della professione per mezzo di un autorevole Ordine, e non, invece, sminuendone le funzioni e la rappresentanza nei numeri e nell’agire, colpendone l’autonomia e mettendo in pratica tutti i condizionamenti deviati del potere politico. Occorre mobilitarsi per non far morire l’Ordine dei giornalisti, insieme alla libertà di pensiero, di critica e di stampa, senza le quali in poco tempo si perde anche la libertà personale e dell’intero popolo. Si vuole cancellare l’articoli 21della Costituzione senza l’intervento della necessaria legge costituzionale.

Concetto Alota

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