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Omicidio Sparatore, Alessio Attanasio produce un lungo memoriale

Alessio Attanasio, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’omonimo clan siracusano, ha prodotto una corposa memoria con la quale confuta la tesi dell’accusa rispetto all’omicidio del 44enne Angelo Sparatore, ucciso la mattina del 4 maggio 2001 in via Barresi, sotto la propria abitazione, con sei colpi di pistola.  

Collegato in videoconferenza dal carcere di Novara dove è detenuto in regime di 41 bis, Attanasio ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee con le quali ha preceduto l’intenzione di depositare agli atti una lunghissima memoria, in cui fa riferimento, tra le altre cose, a una serie di sentenze. Nella stessa udienza, il legale difensore di Attanasio, l’avvocato Maria Teresa Pintus, ha concluso la sua arringa, rigettando ogni ipotesi di coinvolgimento del suo assistito a quell’omicidio che sarebbe maturato all’interno del clan Bottaro per vendicare il rifiuto del fratello Concetto, ex braccio destro del capoclan e poi collaboratore di giustizia, ad accettare la somma di denaro che gli era stata offerta per ritrattare le accuse contro i componenti del sodalizio criminale siracusano.  

L’avvocato Pintus ha sollecitato al gup del tribunale di Catania, Carla Valenti, un verdetto di assoluzione per Attanasio sostenendo l’incongruenza delle accuse mosse da alcuni collaboratori di giustizia che lo additano come mandante dell’omicidio Sparatore. Nell’udienza di gennaio, il pubblico ministero Alessandro La Rosa, a conclusione della requisitoria, ha sollecitato la condanna a 30 anni di reclusione a carico di Attanasio e dell’altro imputato, Luciano De Carolis, accusato di avere fatto parte del commando che quella tiepida mattina di maggio di ventuno anni fa entrò in azione in via Barresi. L’avvocato Sebastiano Troia, difensore di De Carolis, ha chiesto un termine per potere studiare il documento prodotto da Attanasio, per trarne eventuali spunti, utili ai fini delle contestazioni da contrapporre alle tesi del rappresentante della pubblica accusa. 

Il giudice per le udienze preliminari ha disposto sia l’acquisizione della memoria sia di copia delle sentenze, rinviando l’udienza al 30 giugno per procedere con la discussione al processo che è giunto, ormai, alle battute finali. 

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