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Operazione “Algeri”, imminente l’estradizione di Genova

È ormai imminente l’estradizione di Maximilian Genova, il 39enne siracusano ritenuto il promotore del gruppo che operava nel traffico degli stupefacenti nella zona di via Algeri. Genova, che ha affidato la propria difesa all’avvocato Junio Celesti, è stato rintracciato già la mattina stessa dell’operazione “Algeri”, portata a compimento dai carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale, alle prime luci dell’alba del 2 marzo. Si trovava in una località di costiera dell’isola di Malta dove gli è stato notificato il mandato di arresto europeo che era stato spiccato nei suoi confronti. Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha attivato le procedure per accogliere Genova in una struttura penitenziaria sul territorio italiano. 

Genova si era stabilito già da qualche mese nell’isola di Malta e al momento della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Catania, Castronuovo, è stato ritenuto irreperibile anche se nel corso della stessa mattinata è stato poi rintracciato. Deve adesso rispondere dei reati connessi all’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.  

Il contenuto delle intercettazioni attesta che il gruppo e il suo capo incutevano un vero e proprio timore reverenziale negli abitanti della zona. Genova imponeva la presenza degli spacciatori a tutte le famiglie che abitavano nelle palazzine, le quali erano obbligate talvolta a garantire la copertura e a nascondere lo stupefacente nelle abitazioni di persone incensurate che, per timore di ritorsioni, accettavano di collaborare.  

Nel mese di giugno dello scorso anno ha rimediato la condanna a 6 anni e mezzo di reclusione. La sentenza è stata emessa dal gup del tribunale, Salvatore Palmeri, che ha accolto in parte la richiesta del pubblico ministero che aveva sollecitato la condanna dell’imputato a 8 anni e mezzo di reclusione. Nel settembre del 2019 si era reso protagonista di un rocambolesco tentativo di fuga, lanciandosi dalla finestra degli uffici della questura di Siracusa dove era stato condotto dopo essere stato bloccato in sella a una moto. 

Intanto, anche Ernesto Fortezza, il 50enne siracusano coinvolto nell’operazione “Algeri”, s’è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo scorso fine settimana è comparso dinanzi al giudice per le indagini preliminari e, assistito dall’avvocato Celesto, ha seguito la strada percorsa dalla stragrande maggioranza degli altri indagati, preferendo non rispondere alle domande. I legali difensori degli indagati hanno annunciato di volere ricorrere al tribunale del riesame di Catania nel tentativo di annullare la misura cautelare. 

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