Per 5 giorni al pronto soccorso, si frattura il femore cadendo dalla barella
Per cinque giorni è rimasta sulla lettiga nel corridoio del pronto soccorso dell’ospedale, Umberto primo di Siracusa, in attesa del ricovero a causa di una polmonite. Durante quei giorni, la paziente è caduta dal letto fratturandosi il femore, che dovrà essere operato chirurgicamente. La vicenda di una donna di 78 anni siracusana, è stata posta, tra gli altri, all’attenzione del governatore Schifani, dell’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, del prefetto Raffaela Moscarella. A scrivere è il figlio della malcapitata che racconta: “Venerdì scorso mia madre giungeva in ambulanza al pronto soccorso, a seguito di evidenti difficoltà respiratorie. La prima diagnosi era di polmonite e posta su un lettino-barella nel corridoio del pronto soccorso. Le veniva somministrato l’ossigeno e delle cure necessarie, secondo i medici, per la polmonite che l’affliggeva”.
Il figlio fa notare che, nonostante l’età della paziente, soltanto sporadicamente è stato permesso ai familiari di assisterla. “Ci informavano – spiega l’uomo – che non c’erano posti letto e che, nell’attesa, mia madre avrebbe dovuto permanere sullo stesso lettino-barella, nello stesso corridoio del pronto soccorso. Trascorrevano cinque giorni e cinque notti quando mercoledì mattina venivamo avvisati con una telefonata, dell’avvenuta rottura del femore, per una caduta notturna. Solo giovedì mattina i familiari vengono informati che la diagnosi di polmonite non era corretta ma che si trattava di una lesione tumorale polmonare. Ieri il ricovero in Ortopedia per essere sottoposta all’intervento chirurgico per la riduzione della frattura al femore della gamba destra, che dovrebbe avvenire lunedì o martedì”.
La riflessione del figlio è laconica: “E’ etico e, soprattutto, legale, far permanere una paziente per sei giorni in pronto soccorso, con una diagnosi errata, somministrandole cure sbagliate?”.