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Petrol-gate, la caduta degli “dei” e i tanti segreti nascosti

Cos’è successo davvero a Ivan Lo Bello? O meglio. Perché è caduto in disgrazia con il gruppo dei suoi amici più fidati improvvisamente? Il mutamento è tanto inaspettato quanto rilevante; eppure è stato colto solo in parte il motivo della crisi del sistema a cui ruota il grande gruppone industriale italiano. Il primo segnale che il rapporto tra il “gruppo antimafia” e il resto della società, dove navigano i potentati economici e buona parte del governo del Paese, insieme alla classe politica siciliana e nazionale, non era più saldo come un tempo, è emerso in occasione della polpetta avvelenata a Crocetta, sulle intercettazioni contro la Borsellino e pubblicato dal settimanale l’Espresso. Ma perché?

Il “sistema” industriale italiano è oggi in crisi; nel caos per effetto del mancato controllo da parte del Governo in affari poco chiari in tutto il comparto produttivo, dove gravitano interessi misti, pubblico-privato. A parte il fatto che il solo “rimprovero verbale” registrato più volte nel passato dal gruppo di minoranza di Confindustria in sé è stato labile, e visti i precedenti, oggi la musica è davvero cambiata e la critica è diretta e non sotto traccia, non tanto per la perdita del controllo di una parte degli operatori dell’economia che non è più al potere, quanto a un premier in carica forte e leader di un Paese che da sempre è alleato delle banche e dei petrolieri. Un colpo basso, improvviso, che per ventiquattro ore ha fatto sensazione sulla stampa, ma che gli analisti più raffinati hanno colto nella sua dimensione diplomatica. Le dichiarazioni rilasciate da Ivan Lo Bello erano autentiche e tempestive. Ma durante le fasi del coinvolgimento di Gemelli e degli altri, sono sembrate pianificate e pertanto lasciano sottintendere problemi più seri tra il gruppo. Uno scandalo, come si è già avuto modo di rilevare, tutt’altro che casuale, per i modi estremamente sofisticate e per la precisione degli alti bersagli centrati e forse ancora in parte da colpire. Il cattivo dei cattivi è risultato il gruppo che si è occupato dello scenario affaristico nel porto di Augusta, che, a ben vedere e sentire, è ancora tutto da scoprire, ma l’altro nome inaspettato finito in prima pagina è stato quello di Gemelli, che a sua volta ha coinvolto la sua fidanzata, l’ex ministro Guidi e che ha fatto tremare il governo per 24 ore, con gli effetti disastrosi sulla sua autorevolezza. È il sospetto di una crisi profonda nel sistema, sebbene candidamente dichiarata.

Probabilmente non sapremo mai chi è la gola profonda che ha violato i segreti della “cricca” scaricando gli amici di sempre; ma non è azzardato intravvedere la manina – o magari solo il beneplacito – di una parte del governo, che mantiene i poteri di controllo e d’intrusione negli spazi investigativi privati, quasi assoluti, segreti, in proporzioni inimmaginabili per il grande pubblico. Fateci caso. Emergono dai documenti pubblicati i soliti noti, come gli unici accusati dello scandalo del petrol-gate e dintorni. Ma la Sicilia rimane “sorvegliata speciale” per il sospetto che nelle zone industriali di Gela e Priolo il sistema avanzi ancora il resto del “debito contratto”.

E’ possibile che il gruppo paghi l’avvicinamento di Lo Bello in una scelta visionaria e strategica della politica sotterranea per diventare il miglior amico di chi trama contro il governo Renzi? Un’apertura che forse non era stata concordata con la “casa madre”, come nemmeno, probabilmente, la decisione di dotarsi di mezzi propri “politici”, che, verosimilmente rintraccia la propria volontà, ascoltando più le pressioni interne che i consigli di chi aveva interesse a defenestrare il gruppo, desiderosi di preservare il processo di unificazione dei due poteri: politico e industriale, anche all’interno della potente Confindustria, con l’effetto domino in caso di una sconfitta. A rendere più plausibile lo scenario temuto, che non meraviglia più di tanto, sono i nomi venuti fuori e che non hanno nulla a che fare con gli affari sporchi. E dove Siracusa ha fatto il pieno, ma no è dato sapere perché coinvolgere amici degli amici senza alcun valido motivo. Come a voler inviare un messaggio di un amore finito, fallito. Ma qui nel territorio più a sud dell’Italia politica felice, insistono i possibili risvolti di una serie di azioni giudiziarie ancora in bilico, e che in base alla portata potrebbero creare un Vermexio-gate capace di defenestrare la maggioranza e il comparto imprenditoriale collegato a rimorchio; tanto perché la politica non è sempre razionale e i fattori umani producono, quasi sempre, conseguenze imprevedibili e autolesioniste. Ma a ben vedere e a ben sentire, la strada tortuosa verso il baratro è davvero ad un passo dal precipizio finale. L’alba è diventata ora il tramonto.

Concetto Alota

 

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