Il tribunale del partito democratico siracusano ha avviato la serie dei processi che vedono sul banco degli imputati la consigliera comunale Simona Princiotta. Davanti al comitato di garanzia è comparsa per prima la consigliera Princiotta, che, in via preliminare, ha presentato 14 carpette in ognuna delle quali erano contenute le pregiudiziali e le motivazioni della difesa oltre a degli appunti di interesse generale per la vita politica del Pd.
Princiotta finisce davanti alla commissione a seguito della mozione presentata da alcuni consiglieri comunali del Pd, primo fra tutti, il capogruppo Pappalardo. Le vengono contestati diversi atti contrari agli interessi del partito e del gruppo consiliare. Princiotta sostiene l’incompatibilità di un componente del comitato di garanzia; il mancato accesso agli atti per conoscere le motivazioni del ricorso; il voto contrario della Princiotta su 16 delibere e denunce all’autorità giudiziaria.
Momento cruciale delle accuse è la legittimità della tessera di partito di cui è in possesso la consigliera comunale, eletta in un’altra lista. Lei ha replicato che il 9 gennaio 2014 sulla legittimità della tessera si è espressa favorevolmente la commissione regionale. Nel frattempo sono trascorsi 3 anni da quel pronunciamento e quindi sarebbe fuori tempo la richiesta di illegittimità.
Princiotta è poi passata al contrattacco chiedendo un provvedimento disciplinare nei confronti del capogruppo Pappalardo, non avendo a suo giudizio i poteri per poterla espellere dal gruppo consiliare. La corposa documentazione presentata da Princiotta sarà oggetto di disamina e di approfondimento da parte della commissione di garanzia.
Marco Giusti