Responsabile della morte di Pippo Scarso: condannato a 10 anni
Dopo 3 ore di camera di consiglio, il gup del tribunale, Anna Pappalardo, ha emesso la sentenza di condanna a 10 anni di reclusione nei confronti del 21enne siracusano Marco Gennaro. Il giovane, che è difeso dall’avv. Aldo Ganci, è stato ritenuto responsabile della morte di don Pippo Scarso, l’ottuagenario deceduto a distanza di 2 mesi dal ricovero in ospedale dopo l’aggressione con il fuoco subita in casa la notte tra il primo e il 2 ottobre del 2016.
Il giudice ha accolto in buona parte la richiesta avanzata dal pm Andrea Palmieri, che aveva sollecitato la condanna di Gennaro alla pena di 12 anni di reclusione. Nel formulare la richiesta, il rappresentante della pubblica accusa ha tenuto in considerazione la riduzione di un terzo della pena perché il processo si è celebrato con il rito abbreviato. Il giudice per le udienze preliminari ha, invece, inflitto la pena di 4 mesi di reclusione nei confronti dell’altro imputato, il 19enne Sebastiano Amorelli, che doveva rispondere solo delle minacce e delle molestie ai danni della vittima. Per il giovane, che ha affidato la propria difesa all’avv. Giorgio D’Angelo, il pm Palmieri aveva chiesto la pena di 6 mesi per il rito alternativo ma anche per il suo atteggiamento collaborativo in fase di indagini.
Per la parte civile, costituita dai parenti della vittima, con il patrocinio dell’avv. Aldo Valtimora, oltre che la condanna dei due imputati, il gup ha disposto il risarcimento dei danni in sede civile.
Si chiude, quindi, il processo di primo grado ma non dell’intera vicenda giudiziaria perché rimane ancora da definire la posizione del terzo imputato, quella del 18enne Andrea Tranchina, il cui processo è in corso di svolgimento dinanzi alla Corte d’assise (presidente Tiziana Carrubba, a latere Antonella Coniglio). Nell’ultima udienza, tenuta nel mese di aprile, i giudici hanno conferito incarico peritale a due consulenti che dovranno rispondere a una serie di quesiti sulle cause della morte don Pippo Scarso, avvenuta a distanza di 2 mesi dalla notte tra il primo e il 2 ottobre del 2016, quando subì un’aggressione con il fuoco, ad opera di Tranchina e di Gennaro. Si tratta del prof. Gennaro Savoia, dirigente della struttura complessa centro anti veleni dell’azienda ospedaliera “Cardarelli” di Napoli, e il medico legale catanese, Veronica Arcifa.
I due periti, che nel loro operato sono affiancati dal medico legale Biagio Saitta, nominato dalla difesa, dovranno accertare le cause del decesso dell’ottuagenario. Attraverso lo studio della documentazione sanitaria, sono chiamati a chiarire l’incidenza delle ustioni sul 13% della superficie corporea della vittima, e la consistenza delle stesse. Si tratta di quesiti posti dalla Corte d’assise ma, soprattutto, dall’avv. Gianpiero Nassi, difensore di Tranchina che ha ottenuto l’ammissione del suo assistito al rito abbreviato condizionato. Si torna, quindi, in aula il 18 settembre per conoscere l’esito della consulenza e procedere oltre.