Sigilli all’ex carcere borbonico di via Vittorio Veneto
I Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale sequestrano lo storico monumento su disposizione della Procura
I Carabinieri della Sezione per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Siracusa, congiuntamente ai militari della Stazione di Ortigia e del 12° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Catania, hanno eseguito il sequestro preventivo dell’edificio monumentale sede dell’”ex Carcere Borbonico“, sito lungo l’antica Mastrarua di Ortigia, ora via Vittorio Veneto, denominato dai siracusani come “a casa cu n’occhiu”.
Il provvedimento è stato disposto dal GIP del Tribunale di Siracusa, su richiesta della Procura. L’immobile, di proprietà del Libero Consorzio comunale di Siracusa, rappresenta una delle più importanti testimonianze, presenti in tutte le città storicamente appartenute al Regno delle Due Sicilie, dell’imponente riforma carceraria attuata dai Borboni.
L’attività d’indagine, coordinata dal Procuratore Aggiunto Fabio Scavone, ha consentito di verificare e documentare lo stato di abbandono dell’immobile e il grave deterioramento determinato dalla persistente omissione dei lavori necessari alla sua messa in sicurezza e dell’adozione di qualsivoglia provvedimento volto a evitarne il degrado. I sopralluoghi effettuati hanno permesso di rilevare danni consistenti agli elementi strutturali, che rendono attuale il pericolo di crollo, costituendo un rischio anche per la pubblica incolumità.
La fabbrica, espressione architettonica derivata dall’attuazione del decreto sulle carceri emesso da Ferdinando I di Borbone nel 1817, assolutamente all’avanguardia per i tempi, è stata concepita come struttura penitenziaria a cui applicare tutti i dettami del paradigma carcerario ideato dal filosofo e giurista inglese Jeremy Bentham, cioè il modello Panottico. Esso permetteva, attraverso particolari accorgimenti architettonici e tecnologici, l’osservazione di tutti i prigionieri da qualunque punto del cortile, di forma ottagonale. Il carcere ha svolto la sua funzione per 135 anni, dall’ingresso del primo detenuto avvenuto nel 1856, sino al 1991 quando, dopo il terremoto del 13 dicembre 1990, fu sgomberato perché dichiarato inagibile.