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Siracusa: congresso provinciale Fp Cgil

La Funzione Pubblica ha compiuto quest’anno 42 anni di vita. Allora fu deciso da quel gruppo, il cui segretario generale era Luciano Lama, che sarebbero stati rappresentati le lavoratrici e i lavoratori che erogano servizi pubblici, indipendentemente se occupati in amministrazioni, aziende pubbliche o private.

Un’attività che oggi è guidata dal segretario provinciale, Jose Sudano, che è stato riconfermato nel suo incarico. “Assumiamo l’impegno per i prossimi quattro anni di rilanciare l’idea di lavoro stabile, giuridicamente e culturalmente non precario. Il titolo del nostro congresso infatti è <Il lavoro crea il futuro>.

La pandemia ha cambiato il concetto di lavoro come lo conoscevamo, affermandolo in forme nuove. In quella fase il personale sanitario è stato sotto i riflettori, anche per l’alto sacrificio compiuto.

Nelle nostre strutture sanitarie ci sono state assunzioni di personale a tempo determinato e con altre forme di lavoro atipico di personale infermieristico, sanitario ed amministrativo in quantità non adeguata alle esigenze organizzative e degli utenti. La regione Sicilia non si è dimostrata in grado di affrontare la pandemia sul piano organizzativo.

I nostri ospedali, unici presidi sanitari del nostro territorio sono stati presi d’assalto nella fase della seconda ondata di pandemia del mese di ottobre 2020, e non sono riusciti a reggere l’impatto delle esigenze dei cittadini.

Si sono scaricate sui lavoratori la responsabilità delle carenze di posti letto nei reparti e delle lunghe attese. Nel pronto soccorso dell’ospedale Umberto I – come anche in quelli del resto del territorio provinciale – abbiamo assistito alla disfatta del sistema di Emergenza e Urgenza. I lavoratori di quei reparti, a causa delle ondate di richieste di accesso dei cittadini, sono diventati bersaglio a causa delle carenze che più volte abbiamo denunciato (sugli operatori sanitari hanno iniziato a generarsi delle vere e proprie aggressioni, verbali ed anche fisiche). La Funzione Pubblica, è stata, è e sarà sempre al fianco di questi lavoratori, sostenendoli e promuovendo la loro onorabilità.

Gli altri lavoratori pubblici, grazie alle richieste della Funzione Pubblica Cgil, hanno negoziato i protocolli di sicurezza ed è stato avviato il lavoro agile. Questo è avvenuto anche nei settori privati.

Durante la pandemia una grande vertenza della Cgil è riuscita a fermare licenziamenti attraverso il blocco e a promuovere iniziative per la tutela dei redditi.

Durante la pandemia per noi lavoratori pubblici come per molti lavoratori privati, il lavoro da remoto si è trasformato in lavoro agile che abbiamo formalmente contrattualizzato nei recenti rinnovi (la distinzione tra lavoro da remoto e lavoro agile: il primo pensato per chi può svolgere la propria prestazione anche lontano dal luogo di lavoro definito contrattualmente come tale; il secondo inteso come l’erogazione di una prestazione più complessa per la quale è centrale la coesistenza di capacità organizzativa, professionale e creativa).

Siamo giunti alla stagione dei rinnovi contrattuali con aumenti salariali ed importanti conquiste normative. Sugli appalti pubblici abbiamo difeso i lavoratori ripristinando la clausola sociale mentre sull’attuazione del PNRR siamo in una fase cruciale.

In merito al rinnovo dei contratti, si è completato il percorso iniziato col precedente rinnovo 2016/2018. Abbiamo ottenuto aumenti delle retribuzioni, con un incremento di circa il 5%, di cui il 3,78 % sui tabellari e il restante sul salario accessorio. La riforma dell’ordinamento professionale e il nuovo sistema di classificazione sono la punta avanzata di questo rinnovo. L’introduzione dei differenziali stipendiali in sostituzione del precedente modello delle fasce consente di valorizzare l’esperienza, di aumentare il valore economico stipendiale, di rispondere alle esigenze degli apicali. Abbiamo migliorato la disciplina sull’utilizzo dei congedi per le donne vittime di violenza e per i genitori. Abbiamo cancellato il limite di quattro mesi per le assenze senza riduzione dello stipendio dovute ad effetti collaterali da terapie salvavita. Con la nostra azione siamo riusciti a rendere l’Area delle Elevate Professionalità – voluta dal governo per le assunzioni a termine del PNRR – una opportunità anche per il personale in servizio inquadrato nell’Area dei Funzionari. L’accesso all’Area prevede il possesso di una laurea magistrale accompagnata da una pluriennale esperienza lavorativa in funzioni specialistiche e/o di responsabilità che possono anche richiedere l’iscrizione ad albi professionali.

Per la polizia locale, dall’1 aprile 2023 avremo un incremento di 200 € sull’indennità professionale e incrementi sull’indennità di servizio esterno. Avremo un aumento del differenziale stipendiare di 350 € ai titolari di funzioni di coordinamento.

Per il personale educativo scolastico, i profili di educatore di asilo nido e insegnante di scuola materna sono stati classificati in area funzionarie ad esaurimento nell’area assistenti.

Il personale educativo che permane nell’area degli istruttori vedrà un differenziale stipendiare incrementato di 350 € dall’1 aprile 2023 l’incremento di 220 € annui lordi dell’indennità professionale.

La sottoscrizione dei contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti delle funzioni centrali, della sanità e delle funzioni locali, hanno generato una spinta positiva rispetto alla sottoscrizione dei contratti integrativi aziendali della triennalità precedente. Infatti in molti Enti importanti abbiamo sottoscritto i contratti aziendali con l’obbiettivo di migliorare le condizioni organizzative e retributive dei lavoratori.

Abbiamo recentemente rinnovato il CCNL della sanità privata che ha consentito di recuperare una parte del potere di acquisto dei salari e ripristinare le relazioni sindacali interrotte da troppo tempo.

Una questione a parte riguarda la richiesta di apertura trattativa per il CCNL delle Rsa, dove i dipendenti sono senza contratto da 12 anni.

Le associazioni datoriali Aiop ed Aris, disattendendo l’impegno, assunto il 10 giugno 2020 di avviare il confronto per la definizione dei contratti. Su questo mancato rinnovo ci prepariamo con tutta la categoria a sostenere ogni azione di mobilitazione che ci verrà richiesta.

Il Governo nazionale ha presentato una legge di bilancio che si distingue negativamente. Appare chiara la visione e la strategia: aumentare la precarietà, non combattere l’evasione fiscale, svalorizzare il lavoro.

L’aumento della precarietà attraverso la reintroduzione di voucher, la defiscalizzazione dei redditi di lavoro autonomo con la flat tax fino a 85.000 € e il condono fiscale sono il tratto distintivo del governo.

Il contrasto a queste ed altre politiche sbagliate era inevitabile ed in questi giorni abbiamo avviato la mobilitazione e gli scioperi in tutte le regioni con una piattaforma programmatica precisa e condivisa con la Uil.

Aumento dei salari attraverso la detassazione degli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introdurre un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione, il drenaggio fiscale; di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai CCNL un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni; risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia; cancellare la legge Fornero e introdurre l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni; riconoscere la diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e povere, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi.

  1. Immediata proroga di tutte le graduatorie in scadenza, sospensione dei tetti di spesa al personale e rapida definizione delle procedure concorsuali attive;
  2. Stabilizzazione degli oltre 87 mila precari della Pubblica Amministrazione;
  3. Strutturazione a regime, dal 2027 in avanti, delle articolazioni organizzative strategiche per un funzionamento più efficace ed efficiente delle amministrazioni centrali, a partire dall’Ufficio per il processo del Ministero della Giustizia;
  4. Proseguimento nell’applicazione delle nuove norme contrattuali sullo smart working;
  5. Investimenti sulla formazione e l’aggiornamento professionale dei dipendenti, per garantire adeguati percorsi di crescita professionale ed economica;
  6. Investimenti di risorse adeguate per la contrattazione decentrata per la valorizzazione economica e professionale dei dipendenti pubblici ed equiparazione della defiscalizzazione della produttività e del Tfr tra pubblico e privato;
  7. Proseguimento nel processo di riforma dei Livelli Essenziali di Assistenza a cui vanno ancorati dei parametri uniformi su personale, servizi e strutture;
  8. Innovazione e potenziamento del sistema universitario delle professioni sanitarie e socio-sanitarie, abolendo il numero chiuso per l’accesso ai corsi di studio che impedisce il pieno soddisfacimento dei fabbisogni formativi del Servizio Sanitario Nazionale.

Per accompagnare questo processo di immissione di nuovi lavoratrici e lavoratori pubblici, la Fp Cgil ha predisposto una piattaforma informatica straordinariamente efficace, concorsipubblici.fpcgil.it, nella quale troviamo sia tutti i concorsi le cui domande di partecipazione non sono ancora scadute, sia i percorsi formativi generali e specifici per tutte le figure professionali messe a concorso nella pubblica amministrazione. Dagli infermieri, ai poliziotti municipali, dagli istruttori amministrativi, agli educatori”.

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