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Siracusa Covid, 13 ricoverati all’Umberto primo di cui 2 in terapia intensiva

Dal report giornaliero sull’andamento dei contagi, diffuso ieri pomeriggio dal Ministero della Salute, emerge che la curva dei nuovi positivi al covid 19 nella nostra provincia è in costante aumento anche se, per fortuna, distanti dai numeri della prima ondata. Nella giornata di ieri sono stati riscontrati dodici casi. Una situazione che non desta alcun allarme nel vertice dell’Asp 8, che mantiene il riserbo nel trattare la vicenda, e gli specialisti, impegnati ormai da mesi in prima linea nel contrastare l’espansione dei contagi e la cura degli ammalati, atteso che ciò che più conta nella definizione della gravità della situazione generale, sia il numero dei ricoveri di pazienti affetti dal virus al covid center dell’ospedale Umberto primo, che, al momento, sembra del tutto gestibile. Ad oggi, sono 13 i ricoverati nella struttura ospedaliera, due dei quali in rianimazione (uno dei due proviene da altra provincia).

Rispetto alla prima ondata di contagi, adesso si registrano molte dimissioni di persone positive al Covid, i cosiddetti paucisintomatici, per i quali non è necessario il ricovero ma è sufficiente che rispettino l’isolamento fiduciario. Un ausilio ai medici perviene dalle nuove disposizioni normative, su indicazione del Cts, secondo cui tutti coloro che siano stati a contatto con un caso sospetto dovranno restare a casa dieci giorni e non più quattordici. Alla fine del periodo dovranno fare un test che accerti la negatività e potrà essere sia il tampone molecolare (ritenuto lo standard dal punto di vista della diagnostica) che un test rapido antigenico.

I sanitari siracusani sono fiduciosi sul raggiungimento “intenzionale” dell’immunità di gregge, vale a dire più positivi e meno ammalati, anche se nelle ultime ore ottanta scienziati hanno bocciato questa strategia perché, a loro giudizio, non ci salverà dalla pandemia. Anzi, la considerano “un errore pericoloso non supportato da evidenze scientifiche”.
Sempre in tema di prevenzione e di contenimento dell’emergenza sanitaria, i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm (Angelo Sardella, Antonio Recano e Santo Genovese) hanno inviato una lettera al direttore generale dell’Asp 8, Salvatore Ficarra, al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, all’Assessorato alla Salute e al prefetto Giusi Scaduto, per richiedere l’istituzione di presidi sanitari per l’esecuzione di test sierologici e tamponi per i lavoratori che operano negli stabilimenti del petrolchimico siracusano. “Con questa nuova lettera – scrivono le segreterie provinciali dei metalmeccanici – chiedono, la corretta inclusione dei lavoratori rappresentati tra le “categorie di lavoratori maggiormente esposti e/o dei servizi pubblici essenziali” interessate dall’attività di screening prevista dalla circolare del 16 aprile e l’istituzione di un presidio sanitario nell’area industriale siracusana per l’esecuzione di test sierologici e tamponi, in un periodo caratterizzato dall’accelerazione e dal progressivo peggioramento dell’epidemia di Covid 19 registrato in queste settimane”.

Per i segretari siracusani delle tre sigle sindacali di categoria si tratta di “una situazione che non può essere sottovalutata, alla luce di ulteriori elementi di criticità specifici, – relativi alla diffusione del virus – dovuti alla gestione della fermata generale degli impianti Isab Lukoil, partita ieri mattina, che vedrà, per circa due mesi, la presenza di circa 4mila operatori nell’area del Petrolchimico siracusano”, Una situazione che li spinge a chiedere all’Asp e alle aziende “un atto di responsabilità, occorre tenere alto il livello d’attenzione sulla tutela della sicurezza e della salute di lavoratori e cittadini mettendo in campo tutto quanto necessario per contenere al massimo il rischio di contagio, in assenza delle condizioni di sicurezza previste valuteremo le iniziative da intraprendere e se necessario chiederemo ai lavoratori di fermare le attività”.

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