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Siracusa: inchiesta servizio idrico, avviso di chiusura indagini per il sindaco Garozzo e l’ingegnere Borgione, ma…

Conclusioni delle indagini per l’inchiesta sulla concessione del servizio idrico nei comuni di Siracusa e Solarino che è arrivata così alla fine del primo round. L’avviso della notifica agli indagati della fine della ricerca dei riscontri oggettivi è stato comunicato al sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo e al dirigente del comune di Siracusa, Natale Borgione. L’accusa rimasta in piedi per i due è di turbativa d’asta in concorso. Garozzo e Borgione secondo la procura avrebbero procurato un ingiusto vantaggio alla società che si è poi aggiudicato l’appalto della gestione del servizio idrico e della depurazione nei due comuni.

Le indagini coordinate in un primo momento dal procuratore capo, Francesco Paolo Giordano, e dopo dal procuratore aggiunto, Fabio Scavone, sono state condotte dai Pm Giancarlo Longo e Marco Di Mauro, e delegate alla Guardia di Finanza. Ma i veleni nell’aria avrebbero fatto anticipare la chiusura della indagini delle inchieste giudiziaria che riguardano gli uomini del Vermexio, come già scritto in queste colonne circa 15 quindi fa. Entro la fine dell’anno ci sarebbero ancora altri altri fascicoli a prendere la strada della conclusione delle indagini.

Ma il sindaco di Siracusa Garozzo reagisce e con un comunicato stampa diffuso poco fa, scrive: “ A ottobre 2016 tengo una conferenza stampa durante la quale esprimo delle riserve sull’operato dei pubblici ministeri Longo e Di Mauro. Solo due settimane dopo i P.M. Longo e Di Mauro sottoscrivono un avviso di conclusione delle indagini preliminari per un fatto del 20 giugno 2014. È un fatto”.
“Sono molte le domande e molti i soggetti ai quali chiederò le risposte”.
“Perché sono indagato? Per un’ordinanza firmata il 20 giugno 2014. Perché la sera tra il 19 e il 20 giugno 2014, allorché furono riconsegnati ai comuni gli impianti della rete idrica dal commissario dell’Ato Idrico, di undici comuni tra cui quello di Siracusa, tutti i sindaci, compresa la commissione prefettizia di Augusta che all’epoca gestiva l’ente megarese, procedettero emettendo un’ordinanza di natura contingibile e urgente per assicurare la gestione del servizio idrico pubblico. Il potere di ordinanza del Sindaco in situazioni di emergenza non è mai stato messo in discussione da nessun giudice e l’Anaca si è espressa esplicitamente sulla legittimità e la correttezza della mia ordinanza. Eppure, risulto indagato”.
“Mi rifiuto di pensare – incalza Garozzo – che il disegno seguito sia che il Sindaco di Siracusa debba comunque essere indagato”.
“In questi giorni si aggirano in città giornalisti e intrattenitori televisivi che si appostano sotto casa per svolgere servizi scandalistici. Serve dare in pasto a servizi scandalistici il Sindaco indagato. La vera domanda è: a chi serve?”
“Cosa è accaduto dal mese di agosto 2016 al mese di novembre? Sino al mese di agosto 2016 (risulta dagli atti del procedimento) le indagini mi vedono coinvolto in un solo fatto (l’ordinanza) e in una sola ipotesi di reato, pochi mesi dopo vengo ritenuto responsabile sempre e solo sulla base di un solo atto, invero l’ordinanza, di decine di fatti presunti penalmente rilevanti”.
“Come sono stati portati a conoscenza della stampa gli atti di questo procedimento che mi risultano secretati?
Com’è possibile che una notizia notificata solo a me e al dirigente sia stata comunicata ai giornalisti? Perché i due P.M. insistono con la loro azione nonostante che negli atti del procedimento esistono provvedimenti del G.I.P. che ritengono giuridicamente non condivisibili l’ipotesi dei due P.M. e del loro consulente. Perché insistono con l’ipotesi secondo la quale il servizio idrico doveva essere gestito direttamente dal Comune nonostante l’ANAC si sia pronunciata sul punto confermando appieno l’operato dell’amministrazione? Ribadisco ancora una volta che la mia ordinanza, quella per la quale risulto indagato, è stata ritenuta legittima dall’ANAC. E questo è un fatto”.
Lo dico senza alcun timore – conclude Garozzo – e non è una provocazione. Vivo a questo punto lo status giuridico d’indagato come un merito.  Ritengo sia evidente la strategia che sottende allo stillicidio di notizie e all’interesse dimostrato da testate scandalistiche. Tutte le figure interessate da questa preordinata fuga di notizie giocano un ruolo sincronizzato e finalizzato, tutto ciò è un disegno criminale al quale mi opporrò con tutte le mie forze e mi tutelerò in tutte le sedi opportune. Sembra di vivere il secondo episodio di una storia già vissuta ove dietro interpreti parzialmente diversi si celano gli stessi interessi, ed è ancora più incredibile che questo accada alla luce di quanto già successo e dinanzi alla richiesta di normalità che la città chiedeva”.

La storia della gestione dell’acqua a Siracusa parte ai tempi della prima Repubblica. Dal lavoro dei fedeli uomini della Democrazia Cristiana, dei due partiti socialisti, dei Repubblicani, degli indipendentisti siracusani e altri compagni di avventura, dall’acqua limpida della città di Siracusa riescono a far nascere Sogeas (oggi rimpianta), che a sua volta dopo la prima gestazione partorì la figlia sventurata chiamata Sai8; ma ora, tra la vita e la morte, come l’Araba Fenice, risorge con il nome dedicato alla stella nascente spagnola: Siam.

Ma dopo mesi e mesi pieni di sequestri di atti, deliberazioni, documenti, rogatorie internazionali, avvisi di garanzia, la Regione non emana la legge per risolvere il problema idrico dei siracusani e dei solarinesi, così come dell’intera Sicilia, che pare fatto apposta. Ma il fascicolo dell’inchiesta, rispetto alla prima fase che si presentava abbastanza insidioso, a ben vedere e a ben sentire, avrebbe perduto l’aggravante, in considerazione che l’evento fu causato dalla preoccupante situazione sanitaria, così come da un servizio pubblico vitale, quale l’acqua rappresenta per la vita in generale.

Concetto Alota

 

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