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Siracusa, risse in carcere: sott’accusa la sorveglianza dinamica

Sono scattate le polemiche a seguito della maxi rissa tra detenuti avvenuta due sere fa in una sezione della casa circondariale di Cavadonna a Siracusa. Sott’accusa sono le disposizioni del Ministero dell’Interno che, recependo una specifica direttiva dell’Unione europea, ha disposto di attivare la sorveglianza dinamica durante il corso della giornata.
“I detenuti di ogni singola sezione – spiega Sebastiano Bongiovanni, segretario dell’Ugl penitenziari – devono essere lasciati liberi di circolare nei corridoi con le celle aperte. Questo per venire incontro alle esigenze vitali dei detenuti, che nelle nostre carceri sono costretti a vivere nelle celle in numero superiore a quelli consentiti. Accade, quindi, che le celle vengono aperte alle 8 del mattino per essere richiuse alle ore 19.30. In tutto questo tempo, i detenuti possono circolare senza problemi”.
Nel caso del carcere di Siracusa in una sezione vivono dai 100 ai 110 detenuti, sorvegliati in tutto questo periodo di tempo da un solo agente di polizia penitenziaria. “Se da un lato è diminuito il carico di lavoro per noi agenti  spiega Bongiovanni – di certo è diminuita la sicurezza dell’istituto, dei detenuti e degli agenti di polizia penitenziaria. La rissa scoppiata a Cavadonna è il frutto di questo stato di cose. Non è possibile per noi controllare ogni singolo detenuto come potrebbe avvenire nel caso in cui siano ristretti nelle celle. Non solo, ma stando così a contatto, è facile che scattino scintille per un nonnulla”.
Nel caso della maxi rissa di Cavadonna, sono venuti alle mani un gruppo di detenuti extracomunitari con un altro di catanesi. Venendo a mancare l’equilibrio, la situazione è precipitata. E’ bastato poco, infatti, per accendere la miccia e scatenare il putiferio nella sezione “comuni”.
“In questi casi – spiega ancora Bongiovanni – l’agente di sorveglianza alla sezione ha lanciato l’allarme. In breve tempo arrivano in sezione non meno di una decina di colleghi la cui sola presenza costituisce un deterrente per tutti i detenuti, coinvolti nella rissa”. Difficile potere trovare il responsabile o i responsabili da cui è scaturita la baraonda. Ma l’indagine della magistratura cercherà di venire a capo della situazione. “Il problema è costituito dal soprannumero di detenuti . conclude Bongiovanni –  Sia a Brucoli che a Cavadonna vi sono 550 detenuti, troppi, più del doppio, per la capienza effettiva dei due istituti penitenziari”.

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