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Siracusa. Uiltec, Filctem e Femca chiedono lumi su investimenti Servizio Idrico Integrato

Mentre il dibattito a livello nazionale si muove attorno all’ ipotesi di un Gestore Unico del Servizio Idrico Integrato, così come per la rete elettrica e per il gas, in un’ottica di tipo industriale che dia efficienza  all’erogazione di un servizio che proprio per la sua estrema frammentazione risulta gestito in modo vetusto sia come logica di gestione, sia come stato dell’arte degli impianti e reti, a Siracusa, in attesa di quel fatidico Piano d’Ambito Provinciale, già c’è chi vuole fuggire dalla gestione d’ambito tentando l’escamotage della “gestione in salvaguardia”, deroga contenuta nel testo unico ambientale. Sembra inverosimile, invece è un déjà-vu.

Qualcuno si ricorda dei comuni “ribelli” o “dissidenti” che non cedettero la gestione del servizio idrico all’Ato 8? Eccoli quasi tutti, con qualche new entry, tornati alla carica per curarsi da soli il proprio orticello a discapito di un primo piccolo passo verso una gestione che dia prospettive di investimenti, rilancio e opportunità occupazionali. A proposito di investimenti, Uiltec, Filctem e Femca, si chiedono se il commissario ad acta dell’Ati di Siracusa,  Giorgio Azzarello, riuscirà a raggiungere gli obiettivi per cui è stato nominato dal presidente della regione Nello Musumeci, e cioè espletare le operazioni propedeutiche all’ottenimento di quei fondi di investimento messi a disposizione dal  Ministero dell’Ambiente, che con una nota comunicava che “condizione imprescindibile per i finanziamenti del settore del Servizio Idrico Integrato per il periodo 2021-2027 è che il servizio sia a regime e sia stato affidato nel rispetto della Normativa Comunitaria e Nazionale Vigente, alla data del 1 gennaio 2021, e che quindi tutti gli atti propedeutici all’affidamento con particolare riguardo al Piano d’Ambito siano adottati entro tale data”. 

Il Piano d’Ambito, che doveva essere redatto entro il 31 luglio 2020 ed approvato entro 30 giorni dall’Assemblea Territoriale Idrica, altrimenti reso esecutivo unilateralmente dal commissario straordinario, ad oggi non ha visto luce e ciò rende inverosimile anche l’affidamento al gestore unico entro il 1 gennaio 2021. È spontaneo chiedersi il perché di tanto ritardo. È spontaneo anche chiedersi come nel frattempo intenda il Comune di Siracusa gestire questo ritardo. I tre Segretari Generali, Seby Accolla, Fiorenzo Amato e Carmelo Pittò, chiedono, pertanto, un incontro con il  Sindaco per avviare un dialogo costruttivo, lontano da logiche di interesse oltre  la preoccupazione per i lavoratori del settore che rappresenta,  il rischio di perdere quel treno che è l’assegnazione del servizio ad un gestore unico e di perdere di conseguenza le risorse che consentirebbero l’ammodernamento ormai non più procrastinabile di reti e impianti dell’intera provincia, di quell’Ati di cui lui è il Presidente.

Invece, tutto tace finché non si apprende che un’ordinanza è stata fatta e ci si prepara alla redazione di una gara ponte, dopo richiesto parere al Direttore Generale dell’ATI, Lorenzo Milazzo. Apprendiamo anche che per la redazione del piano d’ambito, il Comune di Siracusa per conto dell’ATI aveva indetto una gara pubblica già nel 2018 che assegnava l’incarico ad un Raggruppamento Temporaneo d’Imprese bolognese. Incarico rimasto paralizzato nei meandri della macchina burocratica comunale e riesumato dal commissario ad acta. Magari quanto appreso è errato o parziale, ma di questo dispone il Sindacato, giornali e rumors. Magari sarebbe più proficuo un tavolo tecnico costituito da tutti gli attori coinvolti nel settore: vertici ATI, Comuni , Parti sociali e Imprese, come qualche settimana fa proponeva Federconsumatori, di cui condividiamo appieno l’idea di democrazia attiva e partecipativa, pur rimanendo distanti dalla visione esclusivamente pubblica della gestione del servizio idrico integrato, nei confronti della quale ci sentiamo neutrali, avendo a cuore solo il definitivo efficientamento del sistema che migliori il servizio a favore dei lavoratori che rappresentiamo e dei cittadini tutti. Purtroppo il ritardo sull’elaborazione del Piano d’Ambito mette in evidenza due criticità che sono lo specchio del nostro modo di essere italiani e siracusani: la rigidità burocratica che blocca le opportunità di uscire dalla fase di dormienza e compiere quel salto di qualità; e la mancanza di capacità di progettare a lungo termine, di elaborare strategie di intervento e sostenibilità di servizi essenziali di interesse pubblico destinati alla collettività.  Il sindacato unitario in quanto rappresentante di questo interesse pubblico, è titolato a partecipare attivamente al dibattito, e lo ribadisce a chi pensa di relegarlo al ruolo di “cameo” accessorio e di usarlo strumentalmente in base agli interessi del caso.

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