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Siracusa, i veleni al Vermexio spinti verso la Procura

La politica siracusana entra in un nuovo girone infernale che rischia di auto annientarsi. Affondo del sindaco di Siracusa, anche se pacato e ben equilibrato, contro i magistrati della Procura della Repubblica che rischia di provocare un altro scontro istituzionale tra il potere politico e quello giudiziario, simile a quello di qualche anno fa che azzerò i vertici della procura con trasferimenti e processi ancora in corso e con una scia di veleni. Ed è proprio quello che non ci voleva per una città ormai abbandonata al proprio destino come Siracusa, dove si vive ormai alla giornata e chi si alza prima la mattina comanda e decide se chiudere al traffico una strada oppure cambiare le regola della circolazione e chi può parcheggiare oppure no.

Uno scontro al vetriolo che dura tre lunghi anni tra due fazioni opposti della politica siracusana, tutto interno al Pd, che si fanno la guerra attraverso le inchieste giudiziarie, querele e denunce fino ad interessare la Commissione Antimafia; ma ora il tutto si sposta anche contro i magistrati rei di aver messo troppo carne sul fuoco con il rischio di bruciare anche i fornelli. I magistrati della Procura a sua volta ribattono che bisogna difendersi con gli atti processuali e non a colpi di conferenze stampa, magari strumentali. Ribadiscono fortemente i pubblici ministeri che lavorano e trattano centinaia di fascicoli come l’avviso di conclusioni indagini è una garanzia e non una condanna, come qualcuno vuol fare apparire. E i fascicoli sono aperti in base alle prove documentali forniti da chi denuncia i reati e non per altri fatti, dove e quando l’azione giudiziaria è obbligatoria.

Il sindaco Garozzo fa riferimento al coinvolgimento di alcuni assessori poi risultati estranei ai fatti contestati, come l’ultimo caso di Alfredo Foti per scambio di persona che già di primo acchito qualcuno aveva diagnosticato. Poi il riferimento del sindaco è anche ai collaboratori di giustizia che parlano a comando, come i robot, e questo, ad onore del vero, dalle due parti in discordia, così come appare a suo dire per tutta l’attività contro l’amministrazione che è finalizzata a farla decadere in un massacro mediatico senza precedenti. Ma tutta la vicenda ora ha preso una brutta piega, e mentre la città rimane abbandonata, all’orizzonte spirano venti di guerra che potrebbero coinvolgere ancora una volta la magistratura siracusana in un groviglio di veleni che non faranno bene all’attuale stato delle cose e al popolo siracusano stremato dall’immobilismo da più parti registrato e denunciato. Nel fischio delle orecchie girano voci secondo cui già qualcuno starebbe pensando di attivare le procedure per far finire per l’ennesima volta il caso presso la Procura della Repubblica di Messina competente per la legittima suspicione in caso di coinvolgimento di magistrati nel distretto di Catania, come il Tribunale di Siracusa. E la cosa non è tanto allegra, perché questo porterebbe a uno scontro diretto e a nuovi veleni nel palazzo di giustizia di Siracusa e altri processi mediatici già peraltro iniziati che ogni giorno ci deliziano la vita .

Anche il presidente della sotto sezione di Siracusa, dell’associazione nazionale magistrati, Andrea Palmieri, ha annunciato una riunione dell’assemblea, dove trattare la vicenda che è scaturita in un groviglio di dichiarazioni a volte anche pesanti con il coinvolgimento di magistrati in forza al palazzo di giustizia di Siracusa. Stessa cosa anticipata dalla giunta distrettuale del sindacato dei togati.

Se a tutto questo raffrontiamo lo stato in cui versa la città, allora possiamo dire, senza smentita, che sono state le due fazioni in lotta a ridurci così, e il regalo non è certamente in favore dei cittadini, ma dei poteri forti che si sono fiondati tra le due parti in causa. È semplicemente sporca politica, dove non c’è niente di nobile ma solo fango a volontà e una cattiveria innata che non ha precedenti. E come amava ripetere il collega e caro amico Dino Cartia: “Siracusa persa era, persa è, e persa sarà”.

Concetto Alota

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