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Uxoricidio di Canicattini: slitta l’udienza dal gup

E’ slittata al 27 novembre prossimo l’udienza preliminare al processo a carico di Gheorghe Florian Ton, il 52enne cittadino originario della Romania, che la sera del 20 giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate la moglie Maria Ton di 36 anni, in un raptus dettato dalla gelosia, nella sua abitazione di via Garibaldi a Canicattini Bagni. La prima udienza, fissata per ieri mattina, è durata appena il tempo di notificare l’assenza del gip del tribunale, Stefania Scarlata, e di mettere in calendario la nuova convocazione delle parti.

Florian, che ha affidato la propria difesa all’avvocato Junio Celesti, si trova detenuto nel carcere di Cavadonna e ha già avuto modo di confessare l’accaduto ai carabinieri della stazione di Canicattini, ai quali si era consegnato la sera stessa dell’uxoricidio, e successivamente al pm Magda Guarnaccia, che ha coordinato le indagini. Al processo, che si celebra con il rito abbreviato, si costituiranno parte civile, con il patrocinio dell’avvocato Paolo D’Orio, la figlia, la madre e il fratello della vittima.

Al vaglio del giudice per le udienze preliminari c’è una storia che ha destato sgomento e clamore nella piccola cittadina collinare. Come si ricorderà, Florin, tornado intorno alle ore 21 a casa ha notato che la moglie era impegnata in una discussione telefonica. Alla richiesta di troncare quella conversazione, la coniuge avrebbe replicato con un tono perentorio di farsi i fatti suoi e avrebbe continuato non tenendo conto di ciò che aveva detto il marito. L’imputato ha sempre riferito che la donna al telefono sarebbe stata con il cognato, che sapeva già essere suo amante.

La reazione del romeno è stata violenta con un inizio di colluttazione tra i due coniugi, a differenza di altre volte quando vi erano state degli accesi diverbi proprio a causa della gelosia malcelata dall’uxoricida. Florin, reo confesso, a quel punto dice di non ricordarsi più nulla. Ma dalla ricostruzione della dinamica dell’aggressione, sembra proprio che l’uomo, in preda all’ira, abbia utilizzato una grossa arma bianca per provocare profonde lesioni al capo della donna, che è morta proprio a causa della ferita alla testa, mentre cercava riparo nel seminterrato dell’abitazione, rannicchiata dietro un mobiletto. Subito dopo, ancora sporco di sangue, l’uomo s’è allontanato da casa e si è diretto alla caserma dei Carabinieri, costituendosi. “Arrestatemi, alcuni minuti fa ho ucciso mia moglie” – ha detto il romeno al militare che ha aperto la porta della caserma.

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