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Siracusa, la città è ormai ostaggio delle bande politiche

Siracusa è ormai sotto l’assedio di bande camuffate da associazione e movimenti. La lotta politica non può e non deve tenere in ostaggio l’intera città riducendola in una torre di Babele, dove ognuno può fare ciò che vuole. Bisogna rimettere in moto la vita economia e sociale per ridare la giusta dignità e il senso dell’ordine e della pulizia che manca ormai da troppo tempo. L’orgoglio siracusano è stato messo sotto i piedi da una mangiata di politicanti senza scrupoli e tutti insieme hanno distrutto quel poco che c’era rimasto di buono, con il solo scopo di appropriarsi del potere e di farsi i fatti propri. La giustizia ha occupato necessariamente il posto della politica, dove lo scontro avviene nelle aule dei tribunali con fatturati record per le parcelle degli avvocati, in un tutto insieme ancora una volta vogliamoci bene, ma sul piede di guerra.

Insistono mille difficoltà in un groviglio di lotte parallele e tutte funzionali agli interessi di gruppi economici in connubio con la politica. La Pubblica amministrazione è sotto l’attacco dei poteri forti e di gruppi contrapposti in una guerra senza quartieri cruenta e priva di scrupoli, dove è coinvolta a tratti la malavita organizzata per tutto passare inosservato, mettendo in atto una strategia davvero possente da sembrare uscire da una trama di un film di spionaggio stile 007. C’è poi in atto una scienza paramilitare occulta che non consente ormai di chiarire e capire cosa sta succedendo davvero, dov’è il male e dov’è il bene; il coinvolgimento di pezzi delle istituzioni dello Stato sembra una normale routine, dove nessuno si è reso conto del grave pericolo e di dove stiamo andando a finire; ma il peggio in questo clima è che sono in gioco le regole democratiche. La manipolazione dei pentiti appare come uno schema da utilizzare a orologeria, ed è talmente strumentalizzato a catena da non valere più niente, in una reazione a incontrollata dove i nuclei e gli atomi si autoannullano a vicenda, così alla fine rimarrà tanta confusione e tanto fumo negli occhi e nulla di più, mentre il danno si è registrato solo contro gli interessi della collettività ormai abbandonata al destino dei vinti senza poter nemmeno combattere.

Ha vinto la democrazia della paura, dove l’arma della retorica è la sola protagonista. Il potere politico è allo sbando; ma è il senso della libertà che deve essere la difesa di tutti e a tutti i costi. Ci troviamo di fronte a nemici invisibili e spietati, dove la libertà cerca riparo nell’emergenza giudiziaria che a sua volta ha dei limiti davvero risicati.

La corruzione è ormai un cancro che ha invaso tutto il corpo delle istituzioni; uno strumento che blocca lo sviluppo e il semplice vivere civile, riducendo i quartieri in ghetti, dove la legge non è più presente e ognuno può fare ciò che vuole. Insomma, siamo in piena anarchia, ma quello che non si capisce è chi ci potrà tirare fuori da questo incubo, poiché ognuno pensa solo ai fatti suoi.

Concetto Alota

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