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Omicidio Scarso, la chiave delle indagini: le immagini e le dichiarazioni del terzo indagati

“Contiamo entro i prossimi giorni di assicurare alla legge anche il secondo responsabile dell’aggressione a Giuseppe Scarso”. Con queste parole il procuratore capo Francesco Paolo Giordano ha fatto il punto della situazione sulle indagini per la morte dell’ottuagenario siracusano, avvenuta a seguito del raid la notte fra il primo e il 2 ottobre nell’abitazione della vittima al vicolo a via dei Servi di Maria.

Il procuratore Giordano, insieme con il pm Andrea Palmieri, il questore Caggegi, il dirigente della squadra mobile, Stramandino e il vice Scalisi, hanno tenuto una conferenza stampa per entrare nei dettagli dell’operazione che ha permesso al gip del tribunale, Carmen Scapellato, di emettere di ordinanze di custodia cautelare in carcere. Mentre il diciottenne Andrea Tranchina è stato arrestato sabato, prosegue l’irreperibilità del diciannovenne presunto complice.

“Sono state indagini difficili – ha detto il procuratore Giordano – perché non si trattava di individuare due ragazzi inseriti nel contesto della criminalità siracusana, quanto di dare un volto e un nome a due fantasmi”. La chiave delle indagini è stata quando gli investigatori sono riusciti a individuare dalle immagini delle telecamere della videosorveglianza di un distributore di carburanti, uno dei tre ragazzi che avevano in precedenza fatto altri due raid a casa della vittima. E proprio il terzo elemento che, messo alle strette, ha confessato di avere partecipato a due azioni di disturbo defilandosi, però, da quella mortale. Ma ha detto agli inquirenti di avere raccolto la confidenza dei due suoi amici rispetto all’aggressione della notte del primo ottobre.

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