Politica

All’Ars FI spinge sul Ddl che abolisce la preferenza di genere

La notizia esce da Palazzo dei Normanni ed è affrontata dal quotidiano on line “Sicilianetwork” che tratta questa proposta con l’autorevole parere della professoressa Margherita Ferro, già consigliere comunale di Acicatena ed Assessore Provinciale a Catania. Impegnata nel sociale e donna di forti principi, dalla sua ha un percorso politico in tempi dove non esistevano quote rosa e preferenze di genere, per questo la sua posizione oggi è di attenta osservatrice di cambiamenti e “pericolosi ritorni ad un passato in grado di cancellare una importante vittoria ottenuta dalle donne impegnate in politica”, dichiara dalle colonne di SiciliaNetwork.

“Ci sono priorità ben più importanti che dovrebbero trovare adeguata attenzione nel lavori d’aula di Palazzo dei normanni e, invece, una legge, che non esito a definire “maschilista” e che vuole ridurre l’impegno e la presenza delle donne nelle istituzioni, viene lanciata sulla corsia di sorpasso. Ho l’impressione che il capogruppo forzista voglia ridurre drasticamente alle donne l’ opportunità di correre per una carica elettiva, in modo che la selezione non passi dal consenso popolare, ma dalla compiacenza delle segreterie dei partiti sempre più accentratrici e sensibili più all’immagine che alla sostanza. Invito, quindi, tutte donne che hanno un ruolo attivo di far sentire, forte e chiaro, il loro dissenso e, soprattutto, che il presidente Miccichè dia priorità ai problemi veri della Sicilia”. Nell’articolo si riportano anche le dure parole di Marianna CaroniaParlamentare Regionale, compagna di partito dello stesso Miccichè, Forza Italia.

“Non avendo io nessun passato di modella, soubrette, ballerina o di donna di spettacolo, professioni queste che, per carità, apprezzo e di cui ho il massimo rispetto, ma essendo al contrario solamente una donna, come tantissime altre, impegnata seriamente in maniera esclusiva in politica e che non ha mai goduto di alcuna corsia preferenziale e si è sempre conquistata col voto la rappresentanza nelle diverse Istituzioni, posso forse esprimere più di altre, con forza e con sdegno la mia più totale contrarietà al preannunciato DDL del collega di partito nonché capogruppo all’ARS del partito medesimo, Giuseppe Milazzo, in materia di doppia preferenza di genere”. Sull’argomento, nel lembo sud orientale della nostra Isola, abbiamo chiesto l’opinione di alcune donne impegnate in politica nel recente passato e attualmente presenti in maniera attiva, con le proprie professionalità e con azioni di volontariato, nel vita della comunità netina.  “Se vivessimo in una società in cui la parità fra uomo e donna in ogni ambito fosse una conquista data, ed esprimere una preferenza ad una candidatura femminile non incontrasse ancora ostacoli, pregiudizi e stereotipi, allora quella legge potrebbe non essere più utile, ne più funzionale a colmare un gap uno svantaggio di partenza – ci dice Cettina Raudino, già Assessore al Comune di Noto, candidata Sindaco alle scorse Amministrative del 2016 con il Movimento Passione Civile di cui è la leader, Presidente dell’Associazione Semaforo Rosa ed insegnante-. Ma purtroppo così non è! Questa legge ha permesso a tante donne valide di entrare in politica così come sta consentendo un suo uso strumentale. Oggi è il tempo della donna e questo porta a candidare tante donne anche non nominate come cavalli su cui scommettere e che dietro hanno uomini che le pilotano, dai mariti e fratelli, e in loco abbiamo esempi anche istituzionali, a padri e addirittura suoceri. Dunque per me vale il senso della conquista di un diritto, come il divorzio o l’aborto, ogni coscienza si muove e sceglie come crede, ma la legge garantisce un diritto. Quando finalmente donne candideranno altre donne o semplicemente i ruoli in politica saranno interscambiabili e non ci sarà bisogno di difendere il nostro territorio e la nostra libertà da ingerenze o da manipolazioni questa legge non servirà più; ma oggi abolirla è fare di fatto un salto indietro. Quante manipolazioni può subire una donna in nome di questa legge? Tante! – conclude Cettina Raudino-. Ma dipende da lei saperne cogliere le opportunità e agire correttamente e con coscienza”. Senza mezzi termini il commento della professoressa Vera Parisi, docente di Storia e filosofia, anche lei impegnata attivamente nel sociale: “Siamo in piena restaurazione gattopardesca…anziché pensare ai correttivi per evitare che le candidate siano mogli, sorelle, fidanzate di… è più facile eliminare il voto di genere. Questa è una proposta retrograda ed oscurantista e fa parte di una logica sempre più diffusa che vede nel femminismo un peccato, una ribellione delle donne contro gli uomini, quando “dovremmo essere tutti femministi”, da qui passa il cambiamento…L’unica nota positiva è che l’opposizione alla proposta è delle donne, aldilà dello schieramento politico di appartenenza”. Critiche si levano contro questa abolizione ma lo sguardo è attento su come sia stata applicata fino ad oggi e soprattutto su come sia stata “usata” in termini di opportunità dagli stessi partiti e movimenti. “La riflessione mi sembra d’obbligo – ci dice Concita Gallo, avvocato, impegnata nel sociale e anche lei in campo in prima persona nelle ultime elezioni Amministrative a Noto- questa legge non va abolita ma di certo migliorata perché purtroppo dobbiamo ammettere che ne è stato, spesso, distorto il senso e la mission, proprio per alcune donne che si lasciano ben volentieri pilotare. E’ molto più semplice e facile lasciarsi lusingare ma togliere del tutto questa legge adesso sarebbe un insostenibile passo indietro”. L’appello alle stesso donne arriva da un’altra Insegnante, Corrada Fatale, anche lei appartenente all’Associazione Semaforo Rosa: “Dovremmo essere noi donne capaci di non farci strumentalizzare, ma il modello arcaico patriarcale è purtroppo ancora introiettato dentro di noi. E’ opportuno continuare sulla via di una rivoluzione culturale che liberi le differenze e le valorizzi, e che ci porti alla piena consapevolezza di ciò che siamo”. L’argomento ha aperto un dibattito che travalica le distanze e dunque non si escludono nuovi momenti di confronto e soprattutto prese di posizione ed iniziative atte a bloccare la proposta di questo Ddl.

Emanuela Volcan

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