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Enrico Castiglione: “Norma, modello di giustizia e redenzione”

“Norma viene”. Sul colle Temenite incede ieratica la più solenne delle eroine del melodramma. La più tragica e la più umana. La più colpevole ma anche la più giusta, come il suo stesso nome impone: Norma, protagonista del capolavoro di Vincenzo Bellini, che sabato 4 luglio inaugurerà al Teatro Greco di Siracusa la seconda stagione lirica del Festival Euro Mediterraneo. Sì, Norma, così inflessibile, eppure così commovente, fino al sacrificio di sè.

A portare in scena l’opera belliniana è un regista e scenografo di fama internazionale come Enrico Castiglione,    applaudito in Europa, oltreoceano e in Estremo Oriente. Nato a Roma, da genitori siciliani, questo artista globetrotter è amato dal pubblico teatrale dei cinque Continenti, e ancor più dall’immensa platea planetaria che segue i suoi allestimenti operistici sulle maggiori emittenti televisive mondiali e nelle dirette al cinema. Una progettualità, la sua, che privilegia messinscene kolossal, inscritte in scenari soggioganti come i teatri di pietra di quella Sicilia in cui l’artista romano ritrova le radici artistiche e culturali di cui si è nutrito e si nutre.
 E in Sicilia Enrico Castiglione è tornato per riportare la grande lirica a Taormina fin dal 2007, a Catania dal 2009 e dalla scorsa estate al Teatro Greco di Siracusa con l’esaltante prima edizione della stagione lirica del FEM e lo strabiliante successo di Aida, che ha toccato le 18000 presenze in sole tre recite. Cresce ora l’attesa per Norma, arricchita dai costumi di un’artista di straordinario talento come Sonia Cammarata. Di prestigio anche il versate musicale con un cast d’eccezione, che vede sul podio Jacopo Sipari di Pescasseroli. Tre le repliche l’11, 18 e 25 luglio. Per Enrico Castiglione è la terza volta che allestisce “Norma”, sempre in Sicilia, sempre en plein air.

– Lei è l’unico regista e scenografo che ha voluto e saputo tenacemente celebrare in patria il siciliano Bellini e la sua opera più neoclassica, rappresentandola nei maggiori teatri antichi  dell’isola. Ripercorriamo insieme questo emozionante percorso, cominciando dal trionfo al Teatro Greco-Romano di Catania.

“Nel 2009, quando ho fondato a Catania il Festival Belliniano, proprio per la prima edizione ho pensato occorresse un evento significativo per far nascere una manifestazione finalmente permanente e ben strutturata, come esiste il Rossini Opera Festival a Pesaro o il Puccini Festival a Torre del Lago. E l’occasione speciale si è presentata subito, grazie alla possibilità di inaugurare il restauro del Teatro Romano, completamente sconosciuto nel mondo e sulle cui rovine sorge la casa natale di Bellini, l’attuale Museo Belliniano: quale titolo allestire se non “Norma”?”

– In effetti il feedback è stato strepitoso e ne ha parlato tutto il mondo, con straordinario riscontro anche in termini di ascolti su RAI 5 e su molte altre reti televisive internazionali, come del resto avviene anno dopo anno con sue opere in televisione fin dal 2000. Veniamo quindi all’enorme successo dell’edizione taorminese …

“Nel 2012, il Festival Belliniano si era ormai allargato ad altri luoghi simbolo dell’arte, della cultura e dello spettacolo in Sicilia, così è arrivata la messa in scena di “Norma” al Teatro Antico di Taormina, in diretta nelle sale cinematografiche in tutto il mondo. Mi piace ricordare che lo spettacolo è stato ripreso dalla Rai, che proprio con la mia “Norma” ha inaugurato la trasmissione del digitale in Sicilia. Rai5 l’ha poi trasmessa più volte e di nuovo proprio l’altra sera …

– La “Norma” di Taormina ha in effetti lanciato definitivamente in ambito internazionale la grande lirica al Teatro Antico Veniamo ad oggi. Com’è maturata questa nuovissima edizione siracusana che ha già fatto scattare, come e più dell’Aida della scorsa estate, la prevendita di migliaia di biglietti, grazie anche ai pacchetti turistici?

“Dopo la nascita della Stagione Lirica a Siracusa, fin dallo scorso anno mi è sembrato doveroso mettere in scena il capolavoro di Bellini al Teatro Greco, dove la Norma arriva incredibilmente per la prima volta! E’ un’occasione storica e ringrazio il Festival Belliniano per questa nuova opportunità. La cavea aretusea  è un gioiello straordinario dell’antichità, ma soprattutto è un luogo teatrale per eccellenza, come la Fondazione Inda dimostra da  cent’anni, e poter regalare agli spettatori anche l’emozione della grande lirica, con allestimenti pensati apposta per le sue caratteristiche e cast di assoluto prestigio è un’opportunità da non perdere. In tutto il mondo è possibile assistere all’ “Aida” di Verdi, ma lo scorso anno chi era presente a Siracusa è rimasto stregato dalla suggestione millenaria del luogo. Non è la stessa cosa assistere all’“Aida” a Siracusa rispetto all’Arena di Verona. E sono certo che “Norma”, opera affascinante dalla prima all’ultima nota, risulterà al Teatro Greco un’esperienza emozionante ed indescrivibile per il pubblico. Per questo, abbiamo anche studiato, dopo l’edizione dello scorso anno, un sistema di amplificazione che sfrutta le caratteristiche naturali del Teatro Greco e quest’anno anche chi acquisterà il biglietto più economico, in gradinata, potrà godere della bellezza della musica senza problemi di acustica, “sentendo” come mai era stato possibile prima. Ed è vero: c’è la corsa al biglietto, grazie alle promozioni speciali e ai pacchetti turistici che l’Associazione Noi Albergatori di Siracusa ha predisposto da tempo”.

– Dalla sua prima Norma alla terza, se e come è cambiato il suo approccio registico e scenografico con il capolavoro di Bellini e Romani?

“Richard Wagner teneva la partitura di “Norma” sul proprio pianoforte ed ha studiato Bellini tutta la vita. Non si finisce mai di studiare e scoprire un’opera di tale, sommo valore, che cambia continuamente la sua anima anche in relazione alla nostra personale percezione e ai nostri umani cambiamenti, pur lasciando ben scolpita la musica sulla pagina. Ebbene, ogni volta che apro la partitura scopro un capolavoro nuovo, sempre più maturo, più completo, più affascinante. E ogni volta mi rendo conto quanto Wagner, e tanti altri compositori dopo di lui, abbiano tratto spunto dalla straordinaria ricchezza melodica dell’inventiva belliniana. Bellini delinea di Norma, sacerdotessa del popolo dei Druidi soggiogati dall’Impero Romano, un personaggio ricco e variegato, ma soprattutto lacerato dall’amore segreto per il ‘nemico’, il proconsole Pollione, e i doveri e i legami verso il suo popolo, le sue radici, la sua patria. In mezzo, ci sono i figli, che Norma vuole uccidere quando scopre che Pollione si è innamorato di Adalgisa, giovane novizia del Tempio d’Irminsul. Eppure saprà far prevalere i valori veri sull’odio eil risentimento. Norma s’impone così come un modello di giustizia e redenzione. Chiara Taigi è un soprano che oltre ad essere dotata di una vocalità straordinaria, è artista capace di esprimere una recitazione avvincente e sempre musicale, che ho già avuto modo di far emergere e di costruire per la mia produzione della Medea di Cherubini al Teatro Antico di Taormina (la mia prima regia di teatro musicale in Sicilia nel 2007) e nel difficile ruolo di Nedda in Pagliacci. Ed ho ritenuto fosse l’interprete ideale proprio per “Norma” al Teatro Greco di Siracusa, dove il recitar cantando è una necessità assoluta: l’opera deve essere cantata, ma anche recitata”.

– E il triangolo l’ha considerato? Norma, Pollione e Adalgisa: come ha risolto sul piano emotivo e psicologico i rapporti tra queste tre figure emblematiche di tutto il repertorio operistico?

“Ho scelto i cantanti uno per uno, secondo le loro caratteristiche e secondo la mia visione registica e scenografica, perché non accetto mai una produzione se non conosco gli artisti e soprattutto se vengono imposti dalle agenzie senza alcun criterio artistico. E i risultati delle nostre produzioni poi si vedono e si ascoltano, non solo in televisione o al cinema, ma anche e soprattutto in teatro. Ho scelto ognuno di loro non solo per le doti canore, ma per il temperamento. Oltre alla “sacerdotessa” della Taigi, che sarà ieratica come espressione della fierezza e della libertà interiore del popolo dei Druidi, avremo Piero Giuliacci, un grande cantante, la cui voce ha lo squillo e la robusta rotondità di un Del Monaco, ma soprattutto è il classico tenore eroico che ben può far risaltare la possente vocalità affidata da Bellini al generale Pollione. Non per nulla quasi tutti i tenori più importanti hanno paura ad affrontare questo ruolo, soprattutto all’aperto. Giuliacci sarà un Pollione fantastico, come oggi non è più possibile ascoltare, dotato anche di un temperamento forte che ben può contrastare il carattere volitivo della nostra Taigi. Ecco perché poi ho scelto Adriana Damato, con cui ho già lavorato nella mia regia di “Così fan tutte” al Teatro Argentina di Roma nel 2001, la cui carriera parla da sola e che ha la vocalità e la sensibilità per rivelare e smarrirsi nei propri cedimenti, senza restare schiacciata tra la Taigi e Giuliacci, tra Norma e Pollione.

– Ha una ricetta per la crisi finanziaria della cultura e di quella siciliana in particolare?

“Leggo continue dichiarazioni di politici regionali che sono molto bravi a parlare e a teorizzare, senza però avere la capacità di dialogare, di sedersi ad ascoltare seriamente i protagonisti dei progetti di chi produce, rischia, si espone, e meriterebbe di essere premiato avendo dimostrato negli anni di saper fare e avere i numeri a posto, Ma forse proprio i risultati conseguiti senza raccomandazioni politiche sono la cartina di tornasole che manderebbe un certo sistema in crisi. Non vedo squadra, non ci sono riunioni, ci sono solo proclami e teoremi: ma per lo spettacolo, soprattutto per la lirica, la danza, la musica i Festival, non servono chiacchiere. Il Fem già a novembre presentava i programmi a Londra, Berlino, Mosca…; già faceva accordi con gli operatori turistici e la televisione per le dirette in mondovisione. A Palermo invece si lavorava per sospendere, distruggere, togliere, dimenticando per di più di recuperare finanziamenti annullati nel 2011, magari per dare spazio agli stessi soggetti che ancora una volta stanno dimostrando che nonostante mezzi e pubblicità riescono a portare in teatro appena 70 spettatori paganti … Una vergogna! Altro che turismo culturale e rete dei teatri! Spero che questo modus operandi cambi subito e venga premiata solo la qualità di chi dimostra di avere numeri e risultati. Altrimenti anche questo settore, che già sopravvive per miracolo e per l’iniziativa di fondazioni private, sarà distrutto… e i siciliani ne pagheranno le conseguenze negli anni“.

 

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