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Il Cav. Paolo D’Orio aderisce al “Comitato 10 Febbraio”

Il Cav. Paolo D’Orio aderisce al “Comitato 10 Febbraio” a ricordo perenne della tragedie delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata fra il settembre del 1943 e il maggio del 1945.Il Cav. D’Orio spiega: Giorno 27 gennaio 1945 il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia viene liberato dai russi nel corso della II guerra mondiale e rivela l’annientamento dei Nazisti contro ebrei ma pure zingari, comunisti, malati di mente, polacchi, slavi, omosessuali, Testimoni di Geova, Pentecostali e Cattolici. Sessanta anni dopo l’O.N.U. con risoluzione n. 60/7 del 1 novembre 2005 istituisce per il 27 gennaio di ogni anno il “Giorno della Memoria” quale commemorazione internazionale a ricordo di quello che mai più debba commettersi. Nel 2014 io sono stato ad Auschwitz – Birkenau, laddove la malvagità regnava e la pazzia comandava. È doveroso fare memoria e giustamente onorare le vittime della shoah nazista ma sono turbato per l’indifferenza di certa storiografia  eccepisce il Cav. Paolo D’Orio che non ricorda i 5000 abitanti della penisola d’Istria, di Fiume e della Dalmazia che vennero trucidati e gettati nelle foibe del territorio di confine jugoslavo durante la II guerra mondiale dai comunisti jugoslavi di Josip Broz Tito per il solo motivo di essere italiani. Le verità taciute inquietano perché i martiri della politica debbono avere nella memoria pari dignità, tutti  e il cavaliere, avvocato penalista, s’infervora Fino al 1943 nella penisola d’Istria, a Fiume e in Dalmazia sventolava il nostro tricolore! Aderisco, per ciò, al COMITATO 10 FEBBRAIO nato successivamente alla promulgazione della legge n. 92/2004 (voluta da Carlo Azeglio Ciampi, X presidente della Repubblica Italiana) che raccoglie i cittadini che pur senza avere un legame diretto o familiare con la tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata vogliono attenzionare questa pagina di storia patria. Ebbe a dire il compianto presidente Ciampi nel 2006: “ L’Italia non può e non vuole dimenticare, non perché ci anima il risentimento ma perché vogliamo che le tragedie del passato non si ripetano in futuro.”. 

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