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La Chiesa di Sicilia è in lutto. All’età di 65 ci ha lasciato anni monsignor Gaetano Zito

La Chiesa di Sicilia è in lutto. All’età di 65 ci ha lasciato anni monsignor Gaetano Zito, vicario episcopale per la cultura della Arcidiocesi di Catania dal 2006, figura di altissimo prestigio all’interno dell’Episcopato Catanese. Da qualche tempo   era   rettore della chiesa di San Nicolò L’Arena, accanto allo storico Monastero dei Benedettini e cappellano delle Suore di Clausura presso la Chiesa di San Benedetto in Via Crociferi. È stato docente ordinario di Storia della Chiesa e di Metodologia dello studio e della ricerca allo Studio Teologico S. Paolo di Catania di cui è stato Preside per quattro mandati. Nativo di Troina, era stato ordinato presbitero nel 1977; aveva all’attivo 42 anni di sacerdozio. È stato uno storico di fama internazionale.

Giovanni Intravaia Presidente della Accademia Cattolica della Santa Croce in Gerusalemme ed amico dell’illustre Prelato , lo ha voluto ricordare con una nota: “La scomparsa di Don Gaetano Zito, lascia un grande vuoto nel mondo ecclesiale, della cultura e della società catanese e nei tantissimi che lo hanno conosciuto, apprezzandone lo speciale carisma di sacerdote e di studioso. Il suo qualificato impegno pastorale nella Chiesa, ne aveva fatto un punto di riferimento ineludibile per quanti hanno condiviso speranze cristiane e prospettive di solidarietà sociale, nel segno della Fede autentica nei valori della persona umana, dei suoi bisogni e delle sue prospettive di crescita e realizzazione. Il diffuso cordoglio per la sua scomparsa a Catania e nella Chiesa – conclude la nota -, sono la concreta testimonianza di questa impronta forte che ha lasciato tra i cittadini e i credenti, nei molteplici ruoli di servizio ricoperti”.

E’ stato un riferimento anche a livello nazionale ed internazionale, come stimato docente di Storia della Chiesa: nel corso della sua formazione ha anche conseguito prestigiosi dottorati, come quello in Storia Ecclesiastica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma ed i diplomi in biblioteconomia ed archivistica conseguiti presso la Scuola Vaticana. Nativo di Troina, era stato ordinato presbitero fin dal 1977, avendo all’attivo 42 anni di sacerdozio: sempre a Catania, inoltre, aveva diretto in qualità di preside lo Studio Teologico S. Paolo.

Dopo la camera ardente presso la Chiesa di san Benedetto, oggi i funerali solenni in Cattedrale, concelebrati dai vescovi di Sicilia. Ha presieduto S.E. Salvatore Gristina, Arcivescovo Metropolita di Catania

Catania, in Cattedrale l’addio commosso a Mons. Zito: ecco il suo testamento spirituale

Nella Cattedrale di Catania si sono svolti stamattina i funerali di Mon. Gaetano Zito, il sacerdote catanese morto martedì scorso all’età di 65 anni. Diciotto i vescovi che hanno concelebrato la cerimonia funebre. C’era anche il cardinale Paolo Romeo.
Centinaia di persone hanno affollato la Cattedrale di Catania per dare l’ultimo saluto a Mons. Gaetano, storico della Chiesa che si distingueva per la grandissima preparazione culturale e per la capacità di affrontare ogni disputa intellettuale sempre con il sorriso sulle labbra.
Intenso e commovente il ricordo che ha fatto di Mons. Zito – nella sua omelia – l’Arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina. Alla fine della messa esequiale, Mons. Alfio Russo – parroco di Maria SS. del Rosario di Fleri – ha letto il testamento spirituale di Mons. Gaetano Zito. Nel documento – pubblicato integralmente dal Corriere Etneo – traspare tutta l’umiltà di un servitore che ha sempre messo la propria intelligenza al servizio di Dio: “Solo la sua misericordia ha sistematicamente rattoppato e resa bella la mia vita”. Ecco il testo integrale:

<< In primo luogo il mio profondo e più grande ringraziamento a Dio per le infinite grazie che mi ha fatto e alle quali, purtroppo, solo in parte ho corrisposto adeguatamente, la vita, l’essere cristiano, il sacerdozio. Il mio grazie va a, poi, alla Chiesa cattolica, della quale ho avuto la gioia di far parte e di servire come ho potuto, dalla quale ho ricevuto immensa fiducia attraverso i diversi ministeri che mi sono stati affidati soprattutto dei nostri vescovi. A questi e alla Chiesa di Catania che ho amato, ho desiderato sempre più bella e ho cercato di servire al meglio delle mie possibilità come pure a ciascuno dei confratelli nel sacerdozio – in primo luogo padre Carmelo Lo Valvo della diocesi di Nicosia, che mi accompagna fin dagli anni del liceo, e a Padre Salvatore Consoli – e a tutte le persone consacrate che ho avuto la grazia e la gioia di incontrare, la mia più profonda gratitudine.
Sono felice di essere ciò che sono, di tutto ciò che il buon Dio ha voluto per me nonostante i tanti miei limiti e peccati. Ho sempre sentito su di me la protezione l’intercessione della Madonna e del beato Dusmet. So di restare debitore verso tutti coloro che ho incontrato, per non aver saputo dare loro quanto il buon Dio avrebbe desiderato per ciascuno. A tutti chiedo la carità del perdono. Ho sempre conservato nel mio cuore la certezza dell’immenso bene che mi hanno voluto mia sorella e mio nipote: sono loro riconoscente e il Signore li ricolmi di grazia e di benedizioni.

I miei parenti, zio Angelo in primo luogo, e tanti amici che il Signore mi ha concesso di incontrare come sinceri e affabili compagni della mia vita: ciascuno di loro sa i tanti motivi della mia riconoscenza e solo il Padre, datore di ogni bene, potrà adeguatamente ricompensarli. E li ricompenserà certamente. In questi ultimi anni il Signore mi ha concesso pure la compagnia di un gruppo di famiglie con le quali abbiamo avviato insieme un cammino di fede. Sono enormemente grato per l’attenzione e il clima familiare che mi hanno donato. A tutti chiedo un ricordo nella preghiera e di potermi concedere loro perdono. Alla misericordia di Dio, della quale mai ho disperato e spero di non averne mai abusato, mi affido. Solo la sua misericordia ha sistematicamente rattoppato e resa bella la mia vita. Per questo ancora una volta recito umilmente il salmo: “Miserère mei, Deus, secùndum magnam misericòrdiam tuam”. >>(Mons. Gaetano Zito)

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