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Siracusa. L’ingarbugliata vicenda dei loculi al cimitero finisce in Procura

Il contenuto dell’articolo pubblicato ieri da SrLive sull’ingarbugliata vicenda dei loculi al cimitero di Siracusa ha fatto scattare l’attenzione della Procura di Siracusa che avrebbe formalizzando un fascicolo d’indagine per il momento contro ignoti su tutta l’ingarbugliata faccenda. Ritenuti gravi e degne di approfondimento, le dichiarazioni pubbliche rilasciate sia da Ezechia Paolo Reale sia da Enzo Vinciullo sulle mosse del comune di Siracusa sulle pretese, a loro dire forzate, per il rinnovo delle concessioni dei loculi al cimitero di Siracusa. Secondo Reale e Vinciullo sarebbero fuori da ogni logica giuridica gli atti prodotti e messi in moto dall’amministrazione Italia sul rinnovo delle concessioni dei loculi, in maniera garibaldina aggiungiamo noi. L’aggravante si formalizza in un presunto tentativo denunciato da Reale e Vinciullo di manipolazione del regolamento e la criticità che i manifesti affissi e il rumore mediatico quando allo sfondo appaiono le scadenze rigide, poche chiare e frettolose con diversi contrastanti manifesti e che hanno diffuso timore sulla cittadinanza, che si reca negli uffici comunali scoprendo che insistono delle forme di acquisizione delle domande e un protocollo che non protocolla e una procedura ingarbugliata. Ora sarà la Procura a cercare di chiarire se in tutte le fasi programmate dal Comune di Siracusa ci possano essere elementi di reato oppure no.

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Ecco il testo dell’articolo che ha fatto scattare l’attenzione della Procura di Siracusa

Il coraggio della azioni. Sulla vicenda loculi al cimitero di Siracusa non è più procrastinabile la presentazione di una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica da parte di chi ha scoperto eventuali reati, specie quando si tratta di un uomo politico, un uomo pubblico.

Il riferimento è ai leader politici di opposizione Ezechia Paolo Reale ed Enzo Vinciullo, così come ad altri uomini impegnati in politica. Rivolgersi alla Procura della Repubblica per tutelare se stesso o di altri da un reato, è un obbligo civile e morale, di coscienza. Più degli altri, l’uomo politico ha un requisito di rappresentanza pubblica e deve obbedire alla legge dello Stato e deve obbedire al suo mandato. Saputo di un reato che colpisce il popolo, deve denunciare i responsabili e questo non solo pubblicamente per l’effetto mediatico, ma alla Procura della Repubblica senza esitazione e ancor prima di arroventare la scena pubblica con l’aspetto politico che diventa conseguenziale. Quando si è vittime di un reato, occorre rivolgersi alla Procura della Repubblica per tutelarsi, presentando un esposto o una querela, secondo il tipo di reato denunciato, pochi, però, lo fanno anche per denunciare un reato commesso davanti ai loro occhi nei confronti di un amico o di un estraneo o come nel caso, carte alla mano. E questo, purtroppo, fa parte della nostra sub-cultura.

Infatti, Enzo Vinciullo entra nello specifico e scrive: “State scherzando con il fuoco! Qualcuno ha modificato il regolamento e vengono distribuite copie modificate. Attenzione abbiamo l’originale all’articolo 73 si fa riferimento all’art.81 e non al 70. Chiaro? Non distribuite più copie correte a penna” Stiamo parlando del regolamento di polizia mortuaria, quello approvato a fine 1996, quello che prevede le concessioni di 25 anni per i loculi. Concessioni che quindi scattano dal primo gennaio 1997 e che diventano rinnovabili dal primo gennaio 2022. E’ accertato che il regolamento in questione non può avere effetto retroattivo ed è quindi velleitaria l’azione di Italia che vuole fare cassa con una forzatura palese. Oggi addirittura c’è il tentativo di manipolare il regolamento stesso e di modificarlo secondo quelli che sono i desiderata del Sindaco Italia e quindi di far pagare due volte loculi che sono già di proprietà, almeno tutti quelli acquistati prima di gennaio 1997. Ma modificare il regolamento, fare un falso è un reato e basta. Da qui l’accusa di Vinciullo per la distribuzione di copie modificate come si può vedere con chiarezza dalla foto.

Ancora più esplicito Ezechia Paolo Reale nella su pagina pubblica su Facebook: “Esiste un atto ufficiale che certifica la falsità della correzione. Mi ero accorto che l’art. 73 conteneva il riferimento a un inesistente articolo 81 e avevo chiesto con un emendamento ufficiale di cancellare quella frase del regolamento. È stato trattato in aula consiliare e non accolto o dichiarato inammissibile (vedi tu che geni). Non può esserci dubbio quindi che nel testo originale il riferimento non è all’articolo 70, ma a inesistente art. 81. Vergogna a chi ha provato a manipolare il testo”.

Infatti, si tratta del regolamento di polizia mortuaria, approvato a fine 1996 e che prevede le concessioni di 25 anni per i loculi. Concessioni che quindi, conti alla mano, scattano dal primo gennaio 1997 e che diventano quindi rinnovabili dal primo gennaio 2022. Assodato che il regolamento in questione non può avere effetto retroattivo ed è quindi, ad accuse fondate, appare irragionevole e ingannevole l’azione della Giunta Italia che vuole fare cassa con una condizione fuori dalle regole della verità, della legge. Ancor più grave la denuncia di Vinciullo e Reale sull’esperimento di tentare di manipolare il regolamento e di cambiarlo secondo quelli che sono la pretesa del Sindaco, per nostra fortuna pro-tempore, Italia. In pratica, in questo modo si tenta di far pagare più volte i loculi acquistati prima di gennaio 1997.

C’è da registrare che l’ufficio del Comune che si occupa dei servizi cimiteriali nella sede di via San Metodio, al cittadino che si reca per presentare la domanda per il rinnovo della concessione sui loculi, non chiarisce e non fornisce alcuna concessione, quindi senza la prova provata la certezza che ci sia una scadenza, ma si limita a darti il numero e la data. A completare l’opera, il passaggio all’ufficio del protocollo della porta accanto, dove gli impiegati si limitano a raccogliere le domande senza darti un numero così non avviene l’iscrizione nel registro, quindi l’attestazione che i cittadini hanno presentato la domanda, riferendo al malcapitato cittadino in maniera poco chiara, che dopo aver pagato la somma richiesta, il cittadino deve recarsi di nuovo all’ufficio servizi cimiteriali con la ricevuta del versamento per avere una nuova concessione, quindi a danno su se stesso fatto.

La domanda nasce spontanea e a rigore di logica. In caso di contestazione è stato il cittadino così facendo a chiedere il rinnovo della concessione, quindi ad annullare la vecchia, e non il Comune? In pratica, nessuna richiesta specifica e nemmeno un atto formale da parte del cittadino. Conviene non presentare alcuna domanda e aspettare semmai la richiesta scritta con raccomandata con ricevuta di ritorno che il comune è obbligato a inviare agli eredi dei defunti a cui è scaduta la concessione; e per quelli che hanno invece presentato la domanda, stante così le cose, non effettuando il pagamento entro il 31 dicembre, tutto decade e si azzera.

Concetto Alota

 

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