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Triplice omicidio di Carlentini, a giudizio il presunto responsabile

È stato rinviato a giudizio Adriano Rossitto, il trentenne lentinese, accusato di triplice omicidio e di occultamento di cadavere. Il giudizio è stato disposto dal gup del tribunale, Salvatore Palmeri a conclusione dell’udienza preliminare nel corso della quale lo stesso giudice ha rigettato due richieste avanzate dall’avvocato Giuseppe Cristiano. La prima atteneva all’ammissione dell’imputato al giudizio abbreviato. Richiesta rigettata perché la tipologia dei reati oggetto della contestazione sono puniti con l’ergastolo; la seconda riguarda la nomina di un consulente psichiatrico per verificare le sue condizioni di salute.  

Sarà, quindi, la corte d’assise, all’udienza del 13 giugno, a processare l’imputato per due vicende: la prima risale al 21 agosto 2019 e riguarda la morte di Francesco Di Pietro, il cui cadavere è stato rinvenuto nelle campagne di Lentini in una sacca per la custodia dei defunti. Secondo la Procura, sarebbe stato l’imputato a provocare la morte della vittima strangolandola con un laccio al collo. Per quest’episodio si sono costituiti parte civile gli eredi della vittima con il patrocinio dell’avocato Santi Terranova. 

L’altra vicenda della quale deve rispondere Rossitto riguarda la morte di madre e figlia. I fatti sono avvenuti il 3 luglio 2021 quando è stata rinvenuta in un’abitazione il cadavere di un’anziana, Francesca Oliva. Sul collo della vittima sono stati trovati segni di asfissia attraverso l’ostruzione delle vie aree con un panno in bocca e occultandone il cadavere in una bara di zinco all’interno di un garage nella sua disponibilità in via Morganzio a Lentini. Secondo l’accusa avrebbe ucciso anche la figlia dell’anziana, Lucia Marino, comprimendole il torace e occludendo le vie aeree. Gli investigatori sono arrivati all’imputato attraverso la visione delle telecamere del sistema di videosorveglianza che lo avrebbero inquadrato mentre entrava nel garage. Al processo si sono costituiti parte civile i nipoti delle due donne, con il patrocinio dell’avvocato Aldo Ganci.

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