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Puzza, miasmi e traccheggi politici: ancora una volta sotto accusa il depuratore Ias di Priolo

La cattiva manutenzione dell’impianto di depurazione dell’Ias ritorna sotto l’attenzione delle tematiche dell’inquinamento industriale nel triangolo del petrolchimico siracusano. A rimettere il dito sulla piaga qualche giorno fa, il deputato all’Ars del Gruppo Pid – Grande Sud, Pippo Gennuso, il quale denuncia la cattiva condizione della depurazione responsabile della puzza e dei miasmi insopportabili che è costretto a respirare chi transita nei pressi dello stabilimento Ias o chi lavora all’interno degli impianti del depuratore consortile di Priolo, oltre ai cittadini colpiti in base come spirano i venti.

L’Ias, Industrie acque siracusane si occupa della depurazione industriale nel polo petrolchimico siracusano, società consortile al 60% dell’Irsap (Regione Siciliana) e al 40% dei privati, circolo che si chiude con quello del Cipa, con la funzione di monitorare lo stato d’inquinamento della zona industriale, dove in entrambi i casi e i soci sono sempre le aziende del polo petrolchimico siracusano che inquinano. Subito dopo la nomina della Brandara a presidente dell’Ias, che è anche Commissario Straordinario dell’Irsap, i sindaci di Siracusa, Priolo e Melilli denunciarono a gran voce il pasticciaccio chiamato Ias; a loro dire, da parte della deputazione siracusana la società è stata abbandonata e ancora non è chiara la strategia della Regione sul futuro dell’Ias; il direttore dell’impianto, ingegner Donato Infantino, ci vogliono almeno 4 milioni di euro per rimettere l’impianto a posto. Per i sindacati dei lavoratori, la preoccupazione maggiore è per lo stato in cui versano gli impianti arrivati ormai al capolinea.

I sindacati dei lavoratoti a sua volta contestano già da qualche tempo le voci circolati con insistenza sulla volontà della cessione degli impianti da parte della Regione ai soci privati dell’Ias, cioè alle industrie. La decisione non è in linea con la logica dell’attività della depurazione industriale, affidando, di fatto, il controllo a chi in realtà deve essere invece controllato. Un impianto strategico per l’intero comparto industriale che non può subire l’abbandono della mano pubblica e quello politico-istituzionale. Un servizio di depurazione vitale per la zona industriale, dove l’ambiente circostante all’impianto è invece maltrattato.

Un’aria pesante si respira al solo transitare attorno al depuratore a causa della puzza dei vapori velenosi che fuoriescono dagli impianti dell’Ias e che costringe molte volte, in base ai venti che spirano, i residenti dei paesi viciniori della zona industriale a respirare quei cattivi odori. L’aggravante insiste per gli addetti ai lavori che sono obbligati a respirare quell’aria malsana e acre durante tutte le ore di lavoro. E non sono mancati da parte dei sindacati e degli stessi lavoratori nel passato i riferimenti per i vari casi di malattie di dipendenti ritenute insolite e le tante manifestazioni di malessere e la combinazione finale con lo sviluppo di tumori per almeno cinque casi sospetti; visitatori e maestranze a causa dei disturbi olfattivi si lamentano a bassa voce, ma i silenzi in tal senso possono essere giustificati dal mantenimento del posto di lavoro?

L’Ias è stata da sempre un crocevia d’interessi politici. L’accusa peggiore per la politica siracusana stavolta è quella di aver svenduto il depuratore biologico di Priolo Gargallo per quattro soldi. È davvero un pane amaro da mangiare. Sotto accusa per l’inquinamento è ancora oggi la mancata entrata in funzione dell’impianto di deodorizzazione costato circa un milione di euro e inaugurato nel 2009 in pompa magna dall’allora ministra dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, senza che nessuno ha protestato per i soldi pubblici sprecati; ma c’è anche la grave questione della mancata copertura delle vasche di accumulo del depuratore Ias, che crea una puzza nauseabonda irresistibile e l’aria irrespirabile che soffoca cittadini e dipendenti. Ma è stata ancor più forte, chiara e decisa la denuncia dell’’ex presidente dell’Ias, Sara Battiato, la quale prima di andare via dichiarava che “l’impianto di deodorizzazione non è mai entrato in funzione perché inadeguato”. Insiste già in tal senso anche l’attenzione della Procura della Repubblica di Siracusa per gli aspetti che riguardano la gestione dell’Ias con l’apertura di un fascicolo; si tratta del riferimento alla cosa pubblica in quando gli impianti sono di proprietà della Regione, almeno di quello che rimane, e della condizione degli impianti collegati direttamente alla sicurezza nel petrolchimico. Ma come al solito, la classica flemma siracusana lascia il tempo che trova.

Concetto Alota

 

 

 

 

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