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Europee e il Caso Avola: verso il voto tra lotte, trappole e il coraggio di pochi

L’opinione

Si vuole a tutti i costi abbinare la figura del sindaco di Avola, Luca Cannata, candidato alle Europee, con una delle tante declinazioni possibili di una politica della corruzione, del mal governo. Diventando difficile colpire l’avversario, impossibile fermarlo politicamente, si tenta di aggirare l’ostacolo fuori dalle alleanze in un circolo imperfetto capace di nascondere verità e giustizia. Se poi invece la lotta diventa estrema, ecco mettere in campo le capacità del combattimento attraverso la pretesa dell’attivazione di progetti mirati per colpire senza colpo ferire, pretendendo tra inganni culturali di annientare il temibile avversario in maniera permanente, con la forza della violenza verbale, con le “carte” e a tutti i costi.

Vi è dunque una linea di demarcazione irrazionale nel voler pretendere di acquisire capacità e scaltrezza per incarnare alla perfezione l’idea di estrema capienza politica per colpire a tradimento, attraverso l’azione di squadra nel connubio avvincente in un’epoca che nega ogni ragion, d’esser onesti. All’inverso, si può essere capace di esaltare i problemi senza trovare le soluzioni, solo per vivere sulle paure dei più, senza scommettere sul coraggio di pochi; allora ecco la domanda che viene spontanea. Perché tutta questa energia da parte di chi riesce a imbrogliare bene contro un avversario politico, le carte, non è sfruttata per far arrivare finanziamenti, nuove idee per uno sviluppo economico compatibile, innovativo capace di farci uscire dal torpore in cui siamo finiti nostro malgrado?

La grande politica nasce proprio nei momenti in cui la strada sembra farsi più difficile, quando si è costretti, come nel caso, a contrastare un nemico invisibile, lordo di viltà e fantasia. È in quel momento che bisogna mettersi in viaggio per un sentiero luminoso capace di fare squadra nell’interesse della collettività. Avola è uno dei comuni ad alta attività agricola per antonomasia, ma, piaccia oppure no, è oggi un fiore all’occhiello, orgoglio per tutti gli avolesi spaventati di ritornare ai momenti brutti, nel periodo quando regnava il disordine politico e l’attività delinquenziale era fuori controllo. Ora, la città è pulita e ordinata, il turismo brulica di turisti, le spiagge affollate e l’economia riflettono un entusiasmo riprodotto in tutte le direzioni. C’è da chiedersi di che si tratta, che cosa sta accadendo, o che cosa che potrà succedere nel prossimo futuro se non si riesce ad arginare questa lotta senza onore e piena di misteri.
In ballo, non c’è dubbio, ci sono interessi diffusi, quindi la mai tanto attuale faccenda etica richiede una riflessione e un ragionamento logico di un possibile valido progetto tra morale e politica attirato da chi vuole pescare nel torbido, insinuando la corruzione, il mal governo come premesso, per creare disordine durante il voto per le europee e nulla di più.

Renzo Calabrò

 

 

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