L'Opinione

Porto di Augusta, la gestione passa a un’impresa palermitana?

Camera di Commercio, quote aeroporto di Catania, ZES che diventano meridionali ed unificate e ora il porto di Augusta che potrà essere gestito per 25 anni da una cordata guidata da una grande impresa palermitana. Insomma pezzi  nevralgici e funzionali allo sviluppo economico e all’imprenditoria della provincia di Siracusa che vengono gestiti altrove, verso interessi diversi e potenzialmente contrapposti all’economia  del nostro territorio.

A  fronte di ciò non ho visto una grande indignazione, non ho letto di iniziative delle istituzioni,dei rappresentanti della politica locale,se non interventi marginali a fronte di problemi  storici.
Si badi bene, non ne faccio un problema politico legato a questa fase  della politica stessa ma nelle responsabilità ci metto in mezzo anche fasi  politiche di cui  ho fatto parte,evidentemente senza riuscire a contrastare scippi storici per il nostro territorio.
  Faccio un esempio per tutti: la chiusura della sede siracusana della Banca d’Italia o l’accorpamento della Camera di Commercio di Siracusa con quella di Catania. Allora sono ormai moltissimi i  segnali di una perdita di credibilità e di ruolo della nostra provincia.
per quanto riguarda la camera di commercio, dopo l’accorpamento con Catania, essa ora è ridotta a Siracusa a sportello di un ente con governance che sta altrove.
 Ciò ha comportato la perdita dei ruoli gestionali nell’aeroporto di Catania.
nel passato la provincia regionale e la Camera di Commercio di Siracusa detenevano circa il 30% delle quote dell’aeroporto

Ora la Camera di Commercio di Catania ha il 62% delle quote di questa importante infrastruttura e quindi il potere decisionale. Per quanto riguarda la provincia, addirittura, non partecipa alle riunioni delle assemblee nonostante noi in quella struttura abbiamo espresso nel passato il presidente o il vicepresidente. Non sollevo questo problema per una questione di mero potere ma per le ricadute negative che ha sul territorio.

Faccio un esempio:  a Torino hanno realizzato quello che il CDA aveva pensato quando il compianto Ugo  Colaianni era presidente e il sottoscritto componente del consiglio di amministrazione,cioè un treno ogni 30 minuti che dalla stazione Porta Nuova arriva direttamente in aeroporto.

Lo stesso progetto originariamente previsto con la realizzazione della stazione Fontanarossa.
Quello che invece si è realizzato è ben poca cosa e non ha liberato i passeggeri delle province limitrofe dalla schiavitù del sistema dei parcheggi  all’aeroporto di Catania.
poi più di recente abbiamo perso la sede formale della porta authority la cui titolarità ad Augusta è passata a Catania (anche in questo caso una sconfitta personale essendo io in quella fase assessore del governo regionale che la propose) e infine il tentativo atto e  in fase avanzata di affidare per 25 anni la maggior parte dei servizi alla società palermitana con gravi danni per l’imprenditoria locale che da settant’anni esercita un ruolo e una professionalità che ci invidia tutto il mondo. Una classe imprenditoriale che ora rischia di scomparire.
Con la unificazione di tutte le ZES (zone economiche speciali ) pensate per sviluppare territori limitrofi alle aree portuali in un’unica ZES meridionale,ai pochi vantaggi che potranno derivare al territorio (credito d’imposta ) farà da contraltare la perdita totale di ruolo del territorio stesso con il rischio di avere  una sorta di nuova Cassa  per il Mezzogiorno che non sappiamo però se assieme ai difetti della CASMEZ abbia anche il pregio di sviluppare il mezzogiorno.  Ed è in ogni caso un processo centralistico che concentra tutto il potere a Roma a scapito della regione e deI territori locali.
Non voglio apparire un nostalgico ma l’assenza della provincia regionale come della camera di commercio,luoghi dove si esercitava  il confronto politico fra le diverse istituzioni e le diverse forze politiche si fa sentire. Eccome !

Oggi non abbiamo più una sede di concertazione della progettualità locale.  E’ necessario ed urgente ritrovare un’unità di azione della classe dirigente siracusana e l’individuazione di questo luogo politico che diventi luogo di incontro e di promozione di iniziative  a sostegno degli interessi della provincia.

Bruno Marziano

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