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Processo Bronx, le prime parole del nuovo collaboratore di giustizia

“Ho deciso di collaborare con la giustizia per cambiare vita, dando un futuro onesto a me e ai miei figli e alla mia famiglia. Mi assumo la responsabilità dei reati da me commessi e sono pronto a chiarire, per quanto mi riguarda, le mie imputazioni, nonché a riferire notizie che hanno ad oggetto la posizione e le imputazioni a carico degli altri imputati nel procedimento Bronx”. Questa la motivazione che ha spinto il siracusano Francesco Capodieci a collaborare con la giustizia. Il Pubblico Ministero Alessandro Sorrentino, della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, ha consegnato in aula ai difensori degli imputati al processo Bronx copia del verbale in cui Capodieci spiega la sua scelta. Di fatto, questo documento rappresenta la prima dichiarazione resa dal nuovo collaboratore di giustizia. 

Nel verbale, Capodieci ammette le proprie responsabilità andando oltre rispetto all’organizzazione del traffico degli stupefacenti. “In relazione ai procedimenti Bronx 1 e Bronx 2 – dice – ammetto la mia responsabilità con riferimento ai fatti che mi sono contestati. Sono in grado di riferire compiutamente sui soggetti che hanno fatto parte del gruppo dal 2013 al 2018, sul volume d’affari, sui profitti dell’associazione, sui rapporti con il clan Bottaro-Attanasio e altre organizzazioni mafiose, su coloro che ci rifornivano sostanze stupefacenti, sulle basi operative che utilizzavamo per custodire e lavorare le sostanze stupefacenti, sui ruoli e sugli stipendi percepiti dai singoli affiliati, sulle armi che il gruppo aveva a disposizione e su tante altre circostanze”.

Capodieci è stato sentito al carcere di Bicocca, a Catania, il 21 gennaio dal pm Sorrentino alla presenza del capitano Fabio Leccese e del maresciallo Alfio Di Salvo, in servizio al Gico della Guardia di Finanza di Catania.

Nell’ambito del processo Bronx 2, nella quale è stato anche coinvolto, l’audizione di Francesco Capodieci, avverrà all’udienza dell’8 marzo, giorno in cui inizierà il processo con rito abbreviato condizionato a carico di tutti gli imputati con l’accusa si associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti. Giovedì, invece, potrebbe essere esaminato nell’ambito del processo d’appello scaturito dall’operazione antidroga denominata Bronx 1, dove in primo grado fu condannato alla pena di 23 anni. La Corte d’appello di Catania dovrà, però, dapprima sciogliere la riserva sull’eccezione sollevata dall’avvocato Domenico Mignosa che ha chiesto ai giudici di non ammettere la deposizione di Capodieci, atteso che il processo è stato definito, in primo grado, con il rito abbreviato.

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