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Crisi Libero Consorzio Siracusa: vendere le quote della Sac per pagare gli stipendi ai dipendenti disperati

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Vendere le quote sociali della Sac di proprietà dell’ex Provincia regionale di Siracusa per pagare gli stipendi arretrati ai 613 dipendenti del Libero Consorzio, che sono senza stipendio dal mese di febbraio a causa della limitatezza dei fondi regionali. Quote sociali pari al 15% del capitale della società che gestisce l’aeroporto Fontanarossa di Catania e comprati per 400 mila euro dall’ex presidente della Provincia regionale di Siracusa Bruno Marziano e ora dal valore commerciale di circa due milioni di euro. Somma che potrebbe soddisfare buona parte dei ristori ai dipendenti ridotti alla fame dal fallimento della politica regionale e dalla burocrazia lumaca della Sicilia gattopardesca. Alla fatta dei conti, le quote mantenute dall’attuale Libero Consorzio di Siracusa, non servono a niente e non fruttano niente; servono solo per mantenere un posto nel consiglio di amministrazione nella Sac. Anche la quota della Camera di Commercio non ha più alcuna valenza produttiva, ma è uno degli anelli per la politica dei traccheggi, mentre le famiglie del Libero Consorzio patiscono in una situazione drammatica. Un sistema ormai superato e la privatizzazione dell’aeroporto potrebbe essere uno degli obiettivi per far cassa nel labirinto dei debiti in cui versa la Regione Siciliana.

I soci della Sac sono le camere di commercio di Catania, Ragusa e Siracusa, la Città metropolitana di Catania e l’Irsap controllata dalla Regione, sono state tutti compulsate lo scorso anno da un gruppo di potere occulto (si fa per dire) che voleva privatizzare la società con un piano studiato che portava all’acquisto a costo zero, attraverso un sistema a scatole cinesi; ma l’intervento della magistratura fermò l’affaire. Ora, la Regione deve valutare bene cosa conviene fare, considerando che le casse sono vuote.

A chiudere il cerchio delle criticità del Libero Consorzio di Siracusa è l’incapienza dei capitoli di spesa non idonei e sufficienti al necessario prelievo forzoso dello Stato pari a 19 milioni e 400 mila euro. Montante che sottrae quasi per intero le entrate dell’ex Provincia regionale che ammontano per l’anno 2016 a 23 milioni di euro. Un dramma sociale per le famiglie, costretti a elemosinare gli stipendi guadagnato onestamente. Anche il Commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale di Siracusa, Giovanni Arnone, in una nota inviata nei giorni scorsi al Presidente della Regione Siciliana, all’assessore delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, all’assessore regionale dell’Economia, al Prefetto, al Questore e per conoscenza al Ministero dell’Interno, al Ministero dell’Economia delle Finanze, alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, parla di situazione gravissima, al limite delle regole civile e della convivenza democratica. Arnone scrive tra le altre cose: “Mi auguro di riuscire a trasmettere l’alto livello di allarme sociale e d’intolleranza verso cui si avviano i lavoratori costretti da mesi a vivere di prestiti incolpevolmente contratti, a tollerare le conseguenze del mancato pagamento di mutui, a subire sfratti per l’impossibilità di procedere al pagamento dell’affitto, tralasciando tutte le privazioni cui sono costretti a causa dell’incertezza e dall’altalenante incedere dei promessi trasferimenti. Si teme che perdurando tale stato di grave disagio possa evidenziarsi seri problemi di ordine pubblico, di cui l’attuale occupazione della sede di Siracusa Risorse da parte del personale dipendente è un primo preoccupante segnale. E inoltre che la forte tensione che cresce di giorno in giorno possa improvvisamente sfociare in azioni eclatanti e non prive di conseguenze”.

Concetto Alota

 

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